Piacenza, 24 nov – Picchetti all’ingresso e rivendicazioni salariali, mentre dall’altra parte fioccano gli avvisi che le consegne potrebbero subire ritardi: da questa mattina, a partire dal turno 6-14, i lavoratori del centro smistamento Amazon di Castel San Giovanni (Pc) sono in sciopero.

Una protesta annunciata da tempo e che nasce dalle condizioni denunciate all’interno della “Astronave”, il futuristico magazzino da 70mila metri quadri che gestisce buona parte delle spedizioni in Italia del gigante del commercio ongline. Turni estenuanti, malattie professionali non riconosciute, nemmeno il tempo di utilizzare i servizi e ritmi di lavoro – c’è chi ogni giorno percorre a piedi anche 20 km per evadere gli ordini – da prima rivoluzione industriale: i sindacati hanno impiegato anni per “entrare” in Amazon e vedere con i propri occhi le condizioni alle quali sono costretti i dipendenti della multinazionale di Seattle, un piccolo esercito che supera le 4mila unità nei giorni di picco. Lo sciopero, il primo di questo tipo in tutta la storia di Amazon, ha richiamato nel piacentino telecamere e giornalisti di tutto il mondo, oltre a dare il là a proteste anche negli altri centri logistici del gruppo sparsi in tutto il mondo.

amazon sciopero“Al primo turno operativo ha aderito allo sciopero oltre il 50% dei lavoratori”, spiega Francesca Benedetti della Fisascat Cisl di Parma e Piacenza. E i numeri potrebbero perfino salire in concomitanza con il turno di notte che parte alle 22.45. Ricostruzione non condivisa da Amazon, che parla di un’adesione inferiore al 10%. Una difformità nelle cifre spiegata dal fatto che i numeri dei sindacati si riferiscono ai dipendenti diretti della società – che hanno incrociato le braccia in massa – i quali sono però sono solo una parte (1600 più 500 a tempo determinato) degli impiegati. Amazon attinge infatti a piene mani fra i lavoratori interinali, che salvo alcune eccezioni hanno deciso di timbrare il cartellino per paura di non vedersi rinnovato il contratto.

Il massiccio ricorso alla somministrazione tramite agenzia per mettere una “pezza” alla protesta non intacca però il significato di uno sciopero al quale hanno partecipato in centinaia: “Abbiamo fatto una cosa storica stamattina”, spiega Pino De Rosa dell’Ugl Terziario. “Faccio presente – continua – che solo un anno fa siamo entrati in azienda. E la prima assemblea l’abbiamo fatta seduti a terra, vicino ai bagni”.

Filippo Burla

 

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