Roma, 7 mag – Classica del calcio italiano lungo tutti i rampanti anni ā90, nel settembre 2018 Inter-Parma altro non era che uno dei tanti incontri (più o meno) anonimi del campionato. Ma tra la storica rappresentante del pallone italiano – al tempoĀ lontana da ogni questione di vertice – e la ānuovissimaā provinciale fresca di triplice salto, per un calciatore in particolare quellāincontro non poteva essere una partita come tutte le altre. Cresciuto tra le giovanili nerazzurre e la Curva Nord, Federico Dimarco – terzino ventenne di belle speranze – a pochi minuti dal termine si ritrova sulla trequarti con il pallone tra i piedi. Il tempo di arpionare la sfera, saltare Brozovic e armare lāeducato sinistro. Collo esterno dalla distanza che Handanovic può solo guardare. Beffardamente lāesterno basso segna il primo gol in Serie A contro la sua squadra del cuore.Ā
Federico Dimarco e quella maglia diversaĀ
Dopo le esperienze di Ascoli, Empoli e Sion, quello emiliano ĆØ il quarto prestito in altrettante stagioni. Pratica propria del calcio nostrano – allāestero non ĆØ cosƬ largamente utilizzato – che negli anni ha accomunato tanti giovani promettenti mai esplosi del tutto. Ma quel bolide mancino probabilmente cambia diverse cose. Dimarco torna alla casa-madre nellāestate successiva, salvo ripartire per Verona a fine mercato invernale. I diciotto mesi scaligeri segnano la definitiva maturazione e Simone Inzaghi – nuovo tecnico della Beneamata – lo conferma nella rosa 2021/22: āquesta maglia non ĆØ uguale alle altreā dirĆ nei primi giorni di preparazione.
Che la casacca nerazzurra abbia un peso diverso Dimarco lo prova sulla pelle fin da subito. Complice la grande stagione di Perisic il laterale si disimpegna più che altro nei tre di difesa come braccetto sinistro. CāĆØ la gioia per la prima rete – punizione telecomandata nella Genova blucerchiata – e (proprio sotto la Nord) il rigore spedito sulla traversa nel pareggio casalingo contro lāAtalanta. Ci sono coppe e supercoppe conquistate ai danni dellāeterna rivale Juventus, festeggiate in versione lanciacori con il megafono in mano. Ma anche gli occhi lucidi, per opposti motivi, nel giorno dello scudetto rossonero.
Te lāho promesso da bambinoā¦
Conquistata anche la maglia della nazionale – lāesordio nello scorso giugno in Nations League – il nerazzurro compie il salto di qualitĆ negli ultimi mesi. Impiegato stabilmente nel suo ruolo naturale, il quinto del centrocampo interista si ĆØ scoperto in questo 2023 uomo dalle reti pesanti, realizzando il sogno di ogni bambino interista. Ossia quello di segnare – in maniera decisiva – al Milan e alla Vecchia Signora. Su suggerimento di Barella il biondo terzino ha infatti aperto le danze nellāultima Supercoppa vinta a Riad contro i cugini. Ripetendosi, sempre su iniziativa dellāaltra colonna italiana – tanto dellāInter quanto della nazionale – nella semifinale di ritorno in Coppa Italia. Poi, una volta uscito con il risultato ancora in bilico, ha sofferto in panchina come un sostenitore qualunque.
Si potrebbe pensare che per un professionista i sentimenti dovrebbero avere un peso relativo. Ma ĆØ proprio perchĆ© ci siamo innamorati della dimensione romantica del pallone che conosciamo a memoria le storie dāamore tra squadre e giocatori. Non torneranno più le fedeli bandiere alla Totti e De Rossi, probabilmente ĆØ vero. Ma per nostra fortuna nuovi Dimarco – o Tonali, Romagnoli, Pellegrini – continueranno a vestire i loro colori del cuore. In campo come sugli spalti: il calcio ĆØ sempre stato dei tifosi.
Marco Battistini
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