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L’Uganda punta a ridurre il suo debito usando le entrate petrolifere

by Giuseppe De Santis
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Roma, 7 mag – Come molti altri Paesi africani, anche in Uganda il debito pesa come un macigno sulle casse dello Stato, visto che il pagamento degli interessi sottrae risorse che potrebbero essere usate per finanziare servizi essenziali per la popolazione. In questo caso l’ammontare del debito è di 20 miliardi di dollari. Quello dell’Uganda non è certo un caso isolato, tuttavia ciò che contraddistingue questa nazione africana è il modo con cui conta di ridurre il suo debito, che non consiste nel richiedere tagli ai Paesi creditori, ma nell’usare le entrate provenienti dalla sua crescita economica.

Come l’Uganda prova a ridurre il debito

Per quest’anno la crescita del Pil prevista è del 5.7%, ma il governo prevede che dal 2025 il tasso possa raggiungere il 7%. Questo inevitabilmente porterà maggiori entrate che permetteranno all’erario di ridurre l’ammontare del debito e sulla carta di avere più risorse da dedicare alle fasce più deboli della popolazione. Questo aumento della crescita sarà dovuto al fatto che per il 2025 inizierà lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nella parte occidentale del Paese, giacimenti che saranno gestiti non solo dalla società cinese CNOOC e dalla francese Total, ma anche dalla società statale ugandese. Mentre il petrolio estratto verrà esportato tramite un oleodotto che dall’Uganda attraverserà la Tanzania, per essere poi trasportato dalle petroliere verso l’Oceano Indiano. Questo è un uso lungimirante delle future entrate petrolifere, ma c’è da dire che il governo ugandese non intende aspettare il 2025 per ridurre il debito, visto che già da ora si impegna a non emettere nuove obbligazioni, così da non aumentare l’indebitamento, riducendo al contempo i costi di pagamento degli interessi.

Giuseppe De Santis

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