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“Grazie, rispetto”: Saikeirei, l’inchino supremo dell’allenatore del Giappone

by Eugenio Palazzini
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Roma, 6 dic – La sconfitta ai rigori contro la Croazia. Attimi di delusione, comprensibile, per non aver portato a termine l’impresa storica: condurre la nazionale giapponese ai quarti di finale di un Mondiale di calcio. Poi un gesto, un solo gesto. Immortalato da uno scatto, una semplice foto che ha fatto il giro del web. L’allenatore del Giappone, colui che ha costruito una corazzata tecnica e disciplinata – capace di battere Spagna e Germania – ha piegato torso e testa di fronte ai sostenitori arrivati in Qatar dal lontano Sol Levante. Nulla, in apparenza, di sensazionale per chi conosce un minimo la cultura giapponese. Inchinarsi è in fondo prassi quotidiana, rituale educazione. Ma l’inchino di Hajime Moriyasu, comandante più che commissario tecnico dei Samurai Blue, è qualcosa di ben più forte, altamente simbolico, quasi solenne.

Saikeirei, l’inchino dell’allenatore del Giappone

Moriyasu ha eseguito un Saikeirei (最敬礼), ovvero un inchino di reverenza a 45 gradi. In Giappone questo tipo di inchino non è così comune, è riservato a occasioni speciali e in particolar modo per ringraziare profondamente qualcuno, per scusarsi, o per entrambe le cose. Una sorta di “grazie, scusateci, massimo rispetto per voi”. Sì, proprio voi, che ci avete supportato fino a questo triste momento. L’allenatore nipponico si è inchinato così, affatto banalmente, dopo aver riunito la squadra a fine partita, consolandola, caricandola di nuovo come se dovesse affrontare nell’immediato un’altra impresa. Perché la battaglia continua, anche quando l’ufficialità sportiva sancisce la sua fine. Principio di rinascita continua. Saikeirei del condottiero perdente dunque, prima e dopo essersi battuto il petto più volte, in vibrazione corale.

Una nuova era

“I giocatori possono pensare di competere contro il mondo intero dallo stesso livello. Ci hanno mostrato il futuro del calcio giapponese, una nuova era. Abbiamo battuto la Germania, abbiamo battuto la Spagna, abbiamo battuto due campioni del mondo. Se pensiamo di andare avanti invece di ristagnare, il futuro cambierà sicuramente”, ha dichiarato Moriyasu durante la conferenza stampa post partita. Una nuova era inizia soltanto se si crede fortemente nei propri mezzi e non si ristagna. Vale per tutto, in qualunque campo si decida di combattere. “Se il calcio giapponese continua a voler essere sul palcoscenico migliore, sono fiducioso che saremo in grado di superare questa barriera”, ha aggiunto l’allenatore nipponico. Silenzio, rispetto, compostezza. Battaglia persa, prepararsi alla prossima.

Leggi anche: “Finché i ciottoli divengano rocce”: il Giappone fa l’impresa con l’inno negato per 50 anni

Eugenio Palazzini

 

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1 commento

blackwater 6 Dicembre 2022 - 11:20

da rimarcare come il fattore di unità ETNICA tipica sia del grande Giappone che di questa squadra non sia stato affatto secondario,anzi.

al di là del fatto che il Giappone non regala cittadinanze a chiunque,provate solo a pensare un Balotelli nella nazionale sel Sol Levante…

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