Home » Nazionale e Serie A sono davvero così scarse?

Nazionale e Serie A sono davvero così scarse?

by Marco Battistini
1 commento
nazionale italiana, calcio

Roma, 26 giu – Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità un individuo è in salute quando – oltre all’assenza di malattie e infermità – si trova nel completo benessere fisico, mentale e sociale. Spostando metaforicamente il concetto al mondo del pallone italico ne uscirebbe un quadro clinico piuttosto critico. L’onda emotiva della vittoria di Euro 2021 è stata azzerata dall’harakiri mondiale, il trionfo della Roma in Conference è – al momento – solamente un timido segnale di risveglio. Se per cause e possibili rimedi rimandiamo all’ottimo articolo uscito sul mensile di maggio (nel quale il nostro caporedattore Valerio Benedetti coinvolge diversi esperti del settore) proveremo a capire se davvero – in prospettiva – Nazionale e Serie A siano così scarse come una certa vulgata va oggi raccontando.

Il valore dei calciatori: i dati del CIES

Per provare a rispondere all’annoso interrogativo ci facciamo aiutare dai dati del CIES. Il centro internazionale di studi sportivi ha pubblicato infatti nelle scorse settimane un’interessante ricerca riguardante i 100 giocatori con il maggiore valore di mercato. Dato che, ci teniamo a precisare, può non corrispondere con un eventuale effettivo esborso nel contesto di un possibile trasferimento.

A farla da padrone sono Premier e Liga. Nelle prime dieci posizioni in particolare Manchester City – Haaland, Foden, Ruben Dias – e Barcellona con Pedri, De Jong, Ferran Torres. Sotto Mbappé (PSG, valutato 206 milioni di euro) troviamo inoltre il blancos Vinicius, Bellingham del Borussia Dortmund e Luis Diaz, in forza al Liverpool. In totale i campionati sopracitati contano rispettivamente 41 e 21 atleti. La tanto bistrattata Serie A è sul podio con 14 calciatori, seguita a ruota dalla Bundesliga (13). Ligue 1 ferma a 7.

Il primo “italiano” è l’interista Lautaro (undicesimo nella graduatoria totale, valutazione 107 milioni) seguito da Barella, Vlahovic, Abraham e Theo Hernandez, tutti sopra quota 70.

La suddivisione per nazione

L’Inghilterra comanda per distacco il discorso nazionali: 18 giocatori di cui quasi un terzo “ultracentenari”. Ma se anche il Brasile è decisamente staccato (11) le altre sono tutte lì: Francia 9, Portogallo e Spagna 8 a testa, Italia con 7 e Germania – 6 per i teutonici. Addirittura solo 4 la quadrata Argentina e 3 il “così forte” Belgio. Nello specifico “schieriamo” la nostra futura ossatura: Donnarumma (primo portiere in assoluto), Bastoni, Barella – quarto tra i centrocampisti – Locatelli, Tonali, Pellegrini e Chiesa.

Non siamo (così) scarsi

Una certa differenza strutturale – con le grandi europee da una parte e le principali favorite al prossimo mondiale dall’altra – è innegabile. Ma di qui a giustificare dodici anni di digiuno continentale e due mondiali senza azzurri ce ne passa. Se nel breve periodo vedere un’italiana alzare la Champions è cosa oggettivamente difficile, tornare subito protagonisti in Europa League – e restarlo in Conference – è al contrario alla portata. Perché i vari Eintracht, Rangers, Villarreal, Siviglia, Arsenal o Marsiglia sono compagini non eccezionali dell’ultimo lustro capaci, se non di vincere, almeno di arrivare in fondo.

Ovviamente i due discorsi – società e Nazionale – non vanno di pari passo. Il nodo del “conflitto d’interessi” si riassume efficacemente nelle parole dell’ex cittì Marcello Lippi circa l’affare Lukaku: “Darebbe tanto all’Inter, poco al calcio italiano perché è uno straniero”. Ma questo è un altro problema. O forse è lo stesso.

Marco Battistini

You may also like

1 commento

jason17 26 Giugno 2022 - 7:10

Egregio Marco, io che ho più di 50 anni, ho veduto dal vivo: Maradona, Zico, Falcao, Platini, Van Basten, Gullit, Rummenigge, Matthaus, Ronaldo (il Fenomeno), Antognoni, Conti, Scirea, Baggio, Mancini, Zola, ecc. Ti assicuro che questa serie A è la peggiore, in termini qualitativi, che io ricordi; diciamo al livello di quelle fine anni 70 inizio anni 80. Per la nazionale bisogna scavare ulteriormente, credo che si debba arrivare ai tempi della Corea del Nord. In sintesi, il campionato di calcio è lo specchio di questo Paese: un declino inarrestabile ….

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati