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Pisa, la cura D’Angelo e il sogno del (nuovo) grande salto

by Marco Battistini
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pisa, calcio

Roma, 9 apr – Un pallone fatto di stracci e quattro cappotti come pali. E’ così che un gruppo di ragazzi, solito ritrovarsi in piazza San Paolo a Ripa d’Arno, fonda – il 9 aprile 1909 – il Pisa Sporting Club. Oltre un secolo di calcio e quel sogno – la Serie A che nella città marinara manca da oltre trenta primavere – soltanto sfiorato nella scorsa stagione. Quest’anno dopo un avvio da incubo (due punti in sei gare) il ritorno dell’allenatore Luca D’Angelo è coinciso con una lunga serie di risultati utili. E dalla fine dello scorso dicembre, la presenza fissa in alta classifica.

Un po’ di storia: la finale di Prima Categoria

Nata biancorossa – come lo stemma cittadino – questa storica provinciale del pallone italiano cambia ben presto pelle adottando, già dal 1910, strisce verticali nerazzurre. Sette partecipazioni nel massimo campionato nazionale e trentacinque in serie cadetta: il punto più alto nel 1921, quando i toscani si meritano di arrivare a novanta minuti dal titolo nazionale. E’ ancora la Prima Categoria e, dopo aver battuto i cugini del Livorno, rimane solamente l’ostacolo della “grande” Pro Vercelli. Ma, in una finale giocata comunque alla pari, la forza delle casacche bianche – probabilmente favorite anche da una sorta di sudditanza psicologica ante litteram del direttore di gara – prevalse sull’undici pisano.

La cura D’Angelo

Con un ardito balzo in avanti – sorvolando quindi anche l’iconica era Anconetani – arriviamo ai giorni nostri. Più precisamente al giugno 2022. L’indebito esonero dell’allenatore “dei miracoli” (a proposito, il famoso prato di dannunziana memoria dista poche centinaia di metri dall’Arena Garibaldi) porta sulla panchina toscana Rolando Maran. L’ultimo posto e un inizio di stagione a dir poco disastroso convince la società nerazzurra a tornare sui propri passi. La cura D’Angelo funziona: quattordici risultati utili consecutivi e aggancio al treno spareggi. Fisiologico calo a gennaio, per rimettersi nuovamente in marcia. Rispetto alle altre finaliste dell’ultima annata (Brescia, Benevento, Ascoli e Perugia) il Pisa è l’unica squadra che si è – in tal senso – confermata. In questa volata finale l’uomo in più potrebbe essere Torregrossa – a lungo fuori per un paio di infortuni. La certezza, invece, i gol di Gliozzi. A patto che il centravanti calabrese ritrovi la giusta sintonia con le porte avversarie: è fermo a quota nove da metà febbraio.

Pisa contro Cagliari, obiettivo sorpasso

Se sabato scorso i nerazzurri sono caduti sul campo di un Cosenza mai così in forma – terza vittoria di fila per i silani – domani pomeriggio arriverà in Toscana il Cagliari. Contro i rossoblu (un solo punto di vantaggio sul Pisa) l’occasione per “riprendersi” subito la quinta posizione e non perdere ulteriore terreno da Bari e Sudtirol. Raggiungere il terzo posto – oggi distante sette lunghezze – significherebbe infatti accedere direttamente alla semifinale degli spareggi promozione. All’ex Campo del Littorio si ritroveranno di fronte due squadre altamente giochiste: padroni di casa e ospiti hanno già sforato rispettivamente quota undicimila e tredicimila passaggi. Nonostante questa predisposizione al fraseggio, il Pisa non disegna assolutamente l’uno contro uno (oltre tremila duelli) e il contrasto propriamente detto. Non è un caso che sia la più “cattiva” tra le squadre di alta classifica. Sebbene gli isolani siano in salute – trascinati dal novello capocannoniere Lapadula non perdono da inizio febbraio – Caracciolo e soci vogliono celebrare al meglio la centoquattordicesima candelina della società. Oltretutto davanti ai propri tifosi. Non solo grigliate in questa pasquetta al sapore di cadetteria: Pisa e Cagliari promettono anche gol e bel gioco.

Marco Battistini

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