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Al via l’Adunata del Piave. Cinquecentomila alpini a Treviso. Tra loro anche l’immortale mulo Iroso

by La Redazione
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Treviso, 12 mag. – È partita questa mattina la Novantesima Adunata Nazionale degli Alpini, con la cerimonia dell’Alzabandiera in piazza della Vittoria a Treviso e l’inaugurazione della “Cittadella degli Alpini”. Quest’anno la manifestazione è stata chiamata Adunata del Piave per la concomitanza con il centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale e della resistenza delle forze italiane sul fiume che taglia in due la provincia di Treviso.

Nel capoluogo veneto sono attese 500 mila penne nere, tra i 353mila tesserati, i loro famigliari, i reduci, le associazioni e i semplici simpatizzanti. 100 mila sono già in città. All’inaugurazione erano presenti fra gli altri, il presidente della Regione, Luca Zaia, il sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, il Prefetto, Laura Lega. Il labaro dell’Ana, decorato di 216 medaglie d’oro, è stato accompagnato dal presidente nazionale dell’Associazione, Sebastiano Favero e dal comandante delle Truppe Alpine, Federico Bonato. Alla cerimonia hanno partecipato la Fanfara Alpina della Julia e un picchetto in armi del 7° Reggimento Alpini che porterà in adunata anche la Bandiera di guerra.

Tra i partecipanti la “star” è Iroso, l’ultimo mulo con la penna nera. Iroso era in forza alle truppe alpine presso il 7° RGT. Belluno, e venne salvato dalla macellazione nel 1993, quando il Ministero della Difesa ordinò la vendita all’asta degli ultimi 24 muli in forza agli Alpini. Lo acquistò l’ex alpino Antonio de Luca, che da allora lo accudisce con l’amore e il rispetto che si deve ai vecchi soldati. 

Quella tra i muli e gli alpini è una collaborazione nata a partire dalla fondazione del Corpo nel 1872. Grazie alla sua forte e robusta costituzione, la sua rusticità, la resistenza alle malattie, l’adattabilità ad ambienti sfavorevoli e la sobrietà, l’inserimento nelle neonate Truppe Alpine avrebbe risolto il problema dei trasporti in ambiente montano. Iroso è l’ultimo mulo soldato ancora in vita. Un “soldato”, un “vecio”, che gli alpini nutrono e curano come fosse il più anziano di loro. A causa della sua età, 38 anni, che equivalgono a 114 anni umani, non potrà sfilare, ma sarà presente in un apposito recinto. Tutti potranno fargli visita e a proteggerlo ci saranno al suo fianco giorno e notte due alpini delle Salmerie, che lo sorveglieranno insieme a un veterinario sempre nei paraggi.

Di seguito una fotogallery della cerimonia di questa mattina.

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