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“Allah Akbar, morite tutti”. Marocchino semina il panico con un collo di bottiglia

by Cristina Gauri
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pakistani collo di bottiglia

Genova, 2 nov – Ha sfiorato il linciaggio il marocchino senza fissa dimora che l’altro ieri si è reso protagonista dell’ennesimo episodio di follia e degrado a firma “risorse boldriniane”. 

L’uomo, in preda ai fumi dell’alcol, si era divertito per ore a seminare il terrore tra le comitive di studenti genovesi che si trovavano a passare il venerdì sera nel centro cittadino. Stando a quanto si apprende dal quotidiano online Liguria Notizie, i fatti sarebbero avvenuti intorno alle 23 di ieri, nella centralissima Piazza San Donato. L’immigrato avrebbe scagliato per terra una bottiglia di liquore vuota, mandandola in mille pezzi e attirando così l’attenzione del Reparto Sicurezza Urbana della polizia locale che è subito intervenuta per contenere il nordafricano. Nel frattempo la folla lo aveva già circondato con intenti tutt’altro che pacifici. 

All’arrivo degli agenti, come da copione, lo straniero è stato trovato con il collo di bottiglia in mano e non solo ha seguitato a dare in escandescenze, ma si è fermamente opposto alla richiesta di esibizione di un documento di identità. Dopo essere stato messo alle strette, prima ha finto di non sapere l’italiano, poi ha fornito generalità fasulle – generalità a cui i poliziotti non hanno ovviamente dato credito. Così ha continuato a dare spettacolo, urlando contro gli agenti frasi come “I fascisti e i nazisti hanno ammazzato troppi pochi italiani”, e i soliti coreografici “Allah Akbar” senza però riuscire a intimidire nessuno dei presenti. A quel punto le forze dell’ordine, avutone abbastanza dello spettacolino, hanno fatto scattare le manette per il marocchino. Che non ha mancato di chiudere l’esibizione fingendo una profonda crisi respiratoria e rendendo così necessario, come di prassi, l’arrivo di un’ambulanza. Accertato che si trattava di una simulazione l’uomo è stato condotto in questura per gli accertamenti di rito.

Si tratterebbe di un 38enne marocchino, senza fissa dimora e – ovviamente – sprovvisto di permesso di soggiorno. Il nordafricano è stato denunciato per i reati di ubriachezza manifesta, minacce e resistenza a pubblico ufficiale, getto pericoloso di oggetti, e gli è stato imposto l’allontanamento dal territorio del comune di Genova. Ora è quindi libero di recar fastidio in un’altra città.

Cristina Gauri

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4 comments

jenablindata 3 Novembre 2019 - 3:56

“la folla lo aveva già circondato con intenti tutt’altro che pacifici”
siamo sempre lì:
se ti fai pecora il lupo ti mangia…sinsa da sempre,e
da sempre rompiscatole,delinquenti e malavitosi vari diventano aggressivi,insultano,pretendono,
disturbano,minacciano,molestano, violentano,aggrediscono,derubano,
eccetera….
perchè DALL’ALTRA PARTE trovano regolarmente il vuoto,con gente che cerca di evitare rogne…
o al massimo chiama la polizia.
e la polizia non gli fa niente,e il giudice ancora meno.
scommettiamo che se PRIMA ancora della polizia,cominciano a piovere legnate da tutte le parti OGNI volta che questi bastardi (di ogni razza, compresa la nostra)
si allargano,imparano subito a volare basso?

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Sergio Pacillo 3 Novembre 2019 - 9:42

Mischiare ci fá crescere (non sono parole mie).

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ugo 3 Novembre 2019 - 10:50

Razzismo ed hate speech sono tra i capi d’accusa contestati? Scommettiamo per il no? Proviamo a fare un gioco nel quale uno di voi fa e dice le stesse cose descritte nell’articolo, sostituendo “Italiani” con “negri”, o con “ebrei”, o con “zingari”, e “Allah Akbar” con qualche equivalente di quelli “controversi” di orientamento opposto, e poi vediamo gli effetti? Razzismo ed hate speech, se devono essere perseguiti, DEVONO ESSERE PERSEGUITI. Punto. Oppure li si metta nel luogo dove dovrebbero stare e si tiri la catenella.

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SergioM 3 Novembre 2019 - 1:59

CHE L’INSE !

Genova è un posto “magico” , ivi Giovanni Battista Perasso gridando “che l’ inse” diede inizio alla LIBERAZIONE dallo Straniero , vai fuori d’ ITALIA , vai fuori stranier !

Dovevano lasciare che la folla lo linciasse !

CHE L’INSE !

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