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Caso Cospito, perché il megafono della sinistra è pericoloso

by Francesca Totolo
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Cospito

Roma, 9 feb – Dopo aver riassunto la “carriera” del terrorista Alfredo Cospito e aver spiegato i motivi della sua detenzione al 41 bis in un precedente articolo, passiamo a rivelare l’inquietante accordo tra l’anarchico, i mafiosi e i jihadisti.

“Parlate con loro”, i dem hanno fatto visita ai mafiosi su indicazione di Cospito

“So che siete venuti per me, ma prima dovete parlare con loro”, così è iniziata la visita di Andrea Orlando, Debora Serracchiani, Walter Verini e Silvio Lai ad Alfredo Cospito nel carcere di Sassari dello scorso 12 gennaio. I quattro onorevoli del Pd hanno accolto il consiglio del terrorista anarchico e hanno sfilato davanti alle celle di Francesco Di Maio, camorrista di spicco del clan di Francesco Bidognetti, Francesco Presta, killer della ‘ndrangheta, e Pietro Rampulla, l’uomo che ha azionato l’esplosivo della strage di Capaci. Raggiunto da Il Fatto Quotidiano, il senatore Verini ha spiegato che sono state scambiate solo frasi di circostanza, giustificandosi: “Ma non abbiamo mica obbedito a Cospito”. Durante l’ora d’aria, l’anarchico e Di Maio avevano già pianificato una strategia comune: “Deve essere una lotta contro il regime, noi al 41 bis siamo tutti uguali”, “Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato”.

Serracchiani, Verini e Orlando al termine della visita in carcere ad Alfredo Cospito del 12 gennaio scorso

“Alla protesta aderiranno anche i detenuti musulmani jihadisti”, il piano rivelato al dem Silvio Lai

Non era la prima volta che i dem facevano visita al terrorista anarchico. Come ha spiegato La Verità, venuta in possesso dell’informativa del gruppo operativo mobile, il deputato Silvio Lai aveva già incontrato Cospito il 26 novembre del 2022. In quell’occasione, l’anarchico aveva detto al dem che “porterà avanti la protesta intrapresa (sciopero della fame, ndr), sebbene di carattere personale, anche in nome di tutti i detenuti al 41 bis” e che “alla protesta in corso aderiranno anche i detenuti ‘musulmani jihadisti’”. Poi l’anarchico avrebbe informato Silvio Lai della sua “volontà di fare di tutto affinché vi sia risonanza, anche internazionale, sul regime differenziato, auspicando” come conseguenza della protesta “la sua definitiva eliminazione” per tutti i detenuti. Nonostante avesse appreso l’inquietante disegno dell’anarchico e dopo appena 45 giorni, Silvio Lai ha condotto in carcere i big del Partito Democratico, dando ancora una volta un megafono alla protesta che Cospito ha pianificato coinvolgendo anche mafiosi e jihadisti.

Il megafono di Cospito

Come aveva spiegato al dem Lai, Cospito necessitava di una forte risonanza. Il 28 dicembre scorso, al killer della ‘ndrangheta Presta, l’anarchico aveva confessato che “fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni”. Proprio in quei giorni, erano iniziate le mobilitazioni per chiedere la revoca del 41 bis a Cospito, tra intere pagine di giornale firmate dall’ex senatore Luigi Manconi, una petizione firmata da quarantina di giuristi e intellettuali, tra questi Giovanni Maria Flick, Moni Ovadia, Tomaso Montanari, Massimo Cacciari, padre Alex Zanotelli, don Luigi Ciotti e l’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo, e un comitato sostenuto da Zerocalcare, Elio Germano, Ascanio Celestini, e dai gruppi musicali 99 Posse e Assalti frontali. Così il terrorista anarchico ha ottenuto ciò che aveva espressamente chiesto, quella cassa di risonanza di cui aveva parlato al deputato Lai.

Il fumetto di Zerocalcare

Secondo la Serracchiani, il Pd non ha mai messo in discussione 41 bis

Sebbene il primo febbraio scorso Debora Serracchiani abbia dichiarato che “il Pd non ha mai messo in discussione il 41 bis“, molti degli onorevoli dem hanno pubblicato post su Twitter in cui chiedevano la revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito.

I post pubblicati su Twitter dai parlamentari del Pd in cui chiedono la revoca del 41 bis a Cospito

Con questi pubblici appelli, gli esponenti del Pd hanno dato a Cospito un’ulteriore cassa di risonanza. Peraltro, Andrea Orlando era presente durante la visita in carcere del 12 gennaio scorso e avrebbe potuto facilmente comprendere l’accordo che l’anarchico aveva ordito con i mafiosi. Nel maggio del 2022, fu il ministro della Giustizia Marta Cartabia, d’accordo con il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, a decidere di sottoporre Cospito al 41 bis. Perché Orlando, allora ministro dello stesso governo, non si oppose a tale decisione? La presa di distanza dalla Cartabia è arrivata però otto mesi dopo, durante la visita in carcere, come ha svelato da La Verità. L’anarchico obiettava che “non è molto predisposto a parlare in quanto ritiene che il suo decreto 41 bis sia stato firmato da un appartenente allo (loro, ndr) stesso partito politico”. Così, come riporta l’informativa dal carcere, la delegazione dem avrebbe spiegato che “la ministra della Giustizia che ha firmato il decreto è la giurista ex presidente della Corte costituzionale e che non appartiene ad alcun partito politico in quanto al governo come ‘tecnico’”.

“Lo sciopero della fame più falso della storia”

Dopo la visita in carcere, il dem Silvio Lai ha ammesso: Cospito “ci ha detto molto chiaramente che si era preparato allo sciopero della fame, nei primi mesi di 41 bis credo fosse ingrassato per poi sostenersi meglio successivamente”. Infatti, prima di iniziare lo sciopero della fame, l’anarchico era arrivato a pesare 120kg, assumendo porzioni maggiori di cibo e integratori alimentari, questi assunti anche durante il digiuno. Nella relazione al ministero della Giustizia, è stato il generale Mauro D’Amico, capo del Gom, il nucleo di polizia penitenziaria, ad affermare che lo sciopero della fame di Cospito “è il più falso della storia”. È emblematico che, su Repubblica, Paolo Berizzi abbia cercato goffamente di paragonare Cospito a Bobby Sands, nazionalista irlandese morto in carcere dopo 66 giorni di sciopero della fame.

L’articolo di Berizzi in cui paragona Cospito a Bobby Sands

Particolare pure è il silenzio della sinistra dopo i manifesti che sono apparsi sui muri dell’Università La Sapienza di Roma occupata da anarchici e collettivi di sinistra con chiare minacce alle più alte cariche dello Stato. Ovviamente, per Berizzi e la sinistra, esiste un’unica emergenza, quella fascista. Le minacce probabilmente non sono credibili quando provengono dai “compagni che sbagliano”, sebbene da anni la relazione dei servizi segreti parli quasi esclusivamente del pericolo dell’anarco-insurrezionalismo, emergenza sottovalutata da istituzioni e politica.

Manifesti affissi sui muri dell’Università La Sapienza di Roma occupata da anarchici e collettivi di sinistra

Francesca Totolo

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L'Onu immagina che l'Italia torturi Cospito - 5 Marzo 2023 - 4:32

[…] 4 mar – L’Onu immagina che l’Italia torturi Alfredo Cospito. Non si può dedurre diversamente, viste le “raccomandazioni” che le Nazioni Unite si premurano […]

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