Roma, 9 feb — La Rai si dissocia dal rap sanremese di Fedez che ieri sera ha attaccato frontalmente due esponenti del governo: il sottosegretario Galeazzo Bignami, di cui ha mostrato una foto in tenuta da nazista, per poi strapparla in diretta, e il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, per le sue dichiarazioni sull’aborto.

La Rai si dissocia dal rap di Fedez

«A nome della Rai ritengo che la libertà sia un diritto sacrosanto, che deve esprimersi attraverso tutte le forme di arte e pensieri», le parole in conferenza stampa del direttore Intrattenimento Prime Time, Stefano Coletta. Ma «sempre a nome della Rai, dei vertici e sul mio nome, in maniera molto netta sento di dirlo, mi dissocio fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato, soprattutto nella gestualità». I portavoce Rai conferma inoltre che «non eravamo a conoscenza della performance dell’artista, come poi ha dichiarato durante la serata. Ce ne aveva comunicata una, dicendoci poi che la avrebbe cambiata».

Attacchi personali, gestualità violenta

Per Coletta «la testualità può avere libertà espressiva, ma la gestualità può fare male quando diventa attacco personale, per questo contesto fortemente quanto è accaduto. Non è più libertà né diritto quando si sconfina nell’attacco personale a un viceministro del governo che aveva già dichiarato più volte di chiedere scusa, quindi si trattava di un capitolo ampiamente chiuso». Ma Fedez ha voluto ugualmente premere questo tasto, in periodo elettorale per giunta. «Questo tipo di attacchi non sono sintomo di libertà, lo dico anche a nome dell’amministratore delegato e della presidente. Non possiamo che sottolineare che quando un attacco diventa frontale e personale non c’è libertà che tenga». Al momento non sono previste conseguenze. Anzi, nella serata di venerdì Fedez sarà comunque sul palco dell’Ariston per un duetto con gli Articolo 31.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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