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Anticorpi monoclonali, Palù li preferisce al vaccino: “Guariscono dal Covid in 48 ore”

by Cristina Gauri
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Palù

Roma, 10 nov – «Si parla tanto del vaccino, ma c‘è già la cura a base di anticorpi monoclonali. Il Regeneron è una combinazione di tre monoclonali che ha curato Trump in 48 ore. Berlusconi è guarito col Remdesivir, l’eparina e il cortisone. Il problema dei monoclonali, al momento, è che non vengono prodotti in grande quantità, ma hanno dimostrato che questo virus dà l’immunità»

Il virologo Giorgio Palù ne è convinto e lo ribadisce oggi su Libero: più che al vaccino contro il coronavirus, lo sguardo va rivolto alla produzione di anticorpi monoclonali, di comprovata efficacia – guariscono in due giorni – e privi di quelle incognite che ancora avvolgono la produzione e il testing dei vaccini. E a proposito di immunità: gli studi di sieroprevalenza, ricorda, dimostrano «che nella Bergamasca si è sviluppata una certa immunità, e che là il 45% della popolazione ha sviluppato gli anticorpi».

Non è la peste e non soccomberemo

Nonostante il Sars-CoV-2 sia più virulento e abbia un tasso di mortalità leggermente superiore a quello di una normale influenza, «non è la peste». Il professore emerito dell’Università di Padova lo ripete ormai da settimane. L’età media dei decessi è inoltre di 81 anni, «esattamente la vita media di un maschio adulto italiano. E chi muore, purtroppo, ha 2-3 comorbosità. Ripeto: non ce ne libereremo perché il virus diventerà molto probabilmente endogeno alla specie umana, avrà origine interna».

Una letalità bassissima

Nonostante questa previsione, palù sostiene che non perderemo contro di esso. Non «moriremo tutti» come strillato dalla stampa filogovernativa. Anche perché se il virus uccide l’ospite, sparisce. Quello che sta girando in Italia è simile a quello spagnolo: più contagioso rispetto a quello di Wuhan, ma non più virulento, e adesso sembra destinato a restare in mezzo a noi. «L’orologio biologico del genoma dice che il Covid-19 gira da settembre. Si è adattato all’uomo. Questo virus non è Sars, non è Mers, non è vaiolo, che hanno avuto un tasso di mortalità superiore anche al 30%. Il Covid ha una letalità media dello 0,4%» ha aggiunto Palù. Il problema del Covid è legato all’impreparazione con la quale ci siamo fatti cogliere questo autunno: le terapie intensive andavano potenziate, ma non è stato fatto.

Ospedali assediati a causa del terrorismo mediatico

Palù si dice ottimista sui dati relativi al contagio, nonostante ultimamente la curva sia «cresciuta esponenzialmente. Da qualche giorno però sembra che stia leggermente deflettendo, c’è una stabilizzazione sia nei nuovi contagi che nelle terapie intensive». Il dato di cui tenere conto, infatti, riguarda essenzialmente queste ultime, dal momento che, per quanto riguarda i ricoveri ordinari, «la gente finisce in ospedale anche per il terrorismo che viene diffuso da certi media e pseudo esperti».

Cristina Gauri

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