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“Audrey Hepburn era una partigiana”. E l’Anpi le intitola una sezione

by Cristina Gauri
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Milano, 24 gen – Audrey Hepburn staffetta partigiana. A molti, già lo sappiamo, cadrà la mascella. Una delle icone indiscusse di eleganza e bellezza del secolo scorso, protagonista di Vacanze romane (per cui vinse l’Oscar), Sabrina, Colazione da Tiffany, per citare i più noti, fu una giovanissima partigiana in Olanda. Lo rivela la sua biografia Dutch Girl: Audrey Hepburn and World War II di Robert Matzen, pubblicata lo scorso anno, in occasione del centenario della nascita. E ora le “partigiane” cavialate dell’Anpi milanese ci hanno messo sopra il cappello e hanno intitolato una sezione dell’Associazione partigiani a suo nome.

Un nome chic per una sezione chic

La sezione Audrey Hepburn avrà infatti la sua sede nel Municipio 9, al radical chicchissimo quartiere Isola, a un passo dalla Casa della Memoria, presso la libreria Le Mots, così da permettere alle staffette del terzo millennio di transitarvi tra una poke bowl e un negozio di candele ecosostenibili. 

Una sezione all’insegna dell’estrogeno

Si perché la sezione è stata fondata unicamente da donne, e donne sono tutte le cinque componenti del direttivo: «La sezione conta già 50 iscritte – spiega Ardemia Oriani, vicepresidente del Comitato provinciale dei partigiani – Ovviamente la possibilità di aderire e partecipare alle iniziative sarà aperta anche agli uomini».  A volere l’intitolazione alla Hepburn è stata una ensemble di attrici di teatro e cinematografiche, musiciste, cantanti. La volontà del popolino basso, insomma. «Hanno scelto di proseguire il loro impegno in favore della democrazia all’interno dell’Anpi, la casa di tutti gli antifascisti», conclude la Oriani.

La biografia

Audrey Hepburn nacque a Bruxelles. All’inizio della Seconda guerra mondiale gli Hepburn vivevano in Inghilterra: nella speranza di trovare un riparo dai bombardamenti nazisti, la madre decise di tornare in Olanda con Audrey, nella città di Arnhem. Invano: nel 1940 le truppe tedesche invasero Belgio e Olanda. Nel 1942 lo zio di Hepburn, Otto van Limburg Stirum, partigiano, venne rastrellato, imprigionato e giustiziato. Fu così che la Hepburn, a soli 15 anni, prese contatti con una cellula della Resistenza con base in un nosocomio: i dottori producevano documenti fittizi per nascondere ebrei e oppositori politici. In questo contesto Audrey operava come staffetta, diffondeva un pamphlet abusivo e cercava sovvenzioni economiche; inoltre, parlando l’inglese da madrelingua, era incaricata di portare messaggi e cibo ai piloti alleati abbattuti.

Cristina Gauri

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5 comments

Evar 24 Gennaio 2020 - 11:32

Ma pensa un po’, e io che ero rimasto all’ultima stron*** di quasi dieci anni fa.

http://ilsole24h.blogspot.com/2011/07/audrey-hepburn-era-anne-frank.html

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roberto 24 Gennaio 2020 - 12:59

SE È VERO, concedetemi il beneficio del dubbio, lei sarebbe stata indubbiamente una coraggiosissima ragazza… Loro, patetiche caricature di attiviste, non so quanto ecosostenibili….

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Glu 24 Gennaio 2020 - 1:33

Ma i tempi non tornano il bombardamento dell’ Inghilterra è dopo l’invasione del Belgio e Olanda. E’ una roba demenziale, siccome sono sotto attacco vado a nascondermi nella trincea nemica.

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Jos 24 Gennaio 2020 - 3:25

…sicuramente era una gran lesbica..questo è certo….

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Andrew 25 Gennaio 2020 - 7:09

L’attrice aveva 10 anni nel 1939.Quanto alcol assumono quelli dell’anpi?

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