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Ponte Morandi, ora per un “cavillo” Autostrade chiede di non risarcire le parti civili

by Alessandro Della Guglia
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autostrade ponte morandi

Roma, 14 set – Autostrade per l’Italia (Aspi) e la sua società controllata per l’ingegneria Spea, hanno chiesto di essere escluse come responsabili civili al processo per il crollo del Ponte Morandi che provocò 43 vittime. La clamorosa richiesta è stata effettuata al tribunale di Genova. In pratica, le due società chiedono di non pagare i danni in solido con gli imputati eventualmente condannati dai giudici.

Autostrade esclusa da processo Ponte Morandi? La richiesta per un cavillo

Di per sé, la notizia fa chiaramente strabuzzare gli occhi. Ma siamo di fronte a una vergognosa sfacciataggine o un pasticcio tipico della giustizia italiana? I legali di Autostrade per l’Italia, che come tutti ricorderanno il 14 agosto 2018 era guidata dalla famiglia Benetton, si sono appellati a un cavillo relativo al cosiddetto incidente probatorio effettuato durante l’istruttoria. Parliamo insomma di questioni tecniche, molto delicate e che dovranno essere valutate bene dai magistrati.

Intanto però i pm, Massimo Terrile e Walter Cotugno, si sono detti favorevoli alla richiesta di Aspi. Al contrario, gli avvocati delle parti civili si sono opposti. “L’eventuale esclusione di Aspi e Spea come responsabili civili dal processo ovviamente non ci fa piacere però capiamo le motivazioni tecniche processuali avanzate. Si tratta di un’altra stortura ma quello che ci preoccupa davvero è il possibile numero abnorme delle parti nel processo che allungherebbe in maniera inaccettabile i tempi”, ha dichiarato Egle Possetti, portavoce del Comitato parenti vittime del Morandi, fuori dall’aula del tribunale.

Chi pagherà 

Adesso sarà il collegio a pronunciarsi e dunque a decidere se escludere Aspi e Spea dal processo in questione. In caso di esclusione confermata, chi pagherà allora i danni? In caso di condanna, soltanto gli imputati. In questo momento, a processo, ci sono 59 persone tra tecnici ed ex dirigenti di Aspi e Spea. L’accusa sostiene che fossero tutti a conoscenza delle pessime condizioni in cui versava il ponte Morandi, ma per risparmiare le manutenzioni non sarebbero state effettuate. Ricordiamo inoltre che Aspi e Spea, nei mesi scorsi, hanno versato circa 30 milioni di euro dopo aver patteggiato.

Leggi anche: Ponte Morandi, dalla tragedia alla beffa: una ferita che grida ancora vendetta

Alessandro Della Guglia

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1 commento

fabio crociato 14 Settembre 2022 - 12:56

Pagare i danni in solido significa pagare per tutti quelli che non pagano?! Cominciamo ponendoci questa domanda per comprendere davvero a che punto son finiti i codici di procedura moderni…

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