Torino, 19 dic – Una bomba carta è esplosa nella tarda serata di domenica , alle 22 circa, nei pressi della Camera del Lavoro di Settimo Torinese, dove si trovano anche le sedi di Cgil, Fiom, Pd e del Psi. Lo denuncia, in una nota, la Fiom torinese: ”Il clima di caos e di impunità dei giorni scorsi ha certo alimentato in qualche imbecille l’idea che con gesti di questo tipo si possa intimidire il sindacato che, anche con le sue sedi, rappresenta un presidio di libertà e democrazia. Ci aspettiamo che siano subito individuati e puniti i responsabili mentre noi, nel frattempo, continuiamo con più determinazione la nostra attività di rappresentanza e tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Palese il riferimento alla protesta del “Comitato 9 Dicembre”, erroneamente definita “protesta dei forconi”, da cui il sindacato ha subito preso le distante. Ancora più esplicita Paola Ferrero, membro del direttivo Cgil, secondo cui “Il momento è delicato e c’è molta tensione. E’ evidente che dopo la manifestazione di sabato mattina a Torino siamo stati individuati come antiforconi, così come del resto è. Siamo tranquilli, ma politicamente preoccupati”.
La solidarietà è immediatamente arrivata dal mondo politico e dei sindacati. “Mi auguro che i responsabili di un gesto vile e violento vengano individuati e perseguiti. Anche se la bomba carta esplosa a Settimo non ha provocato danni alle persone, tuttavia resta ferma la condanna per un atto che nessun disagio sociale, per quanto profondo, può giustificare”, queste le parole del sindaco di Torino, Piero Fassino.
Il senatore socialista Enrico Buemi ha portato il caso alla Commissione Antimafia riunitasi a Milano. “Ho chiesto al ministro Alfano di far effettuare in tempi rapidi accertamenti sull’inquietante episodio.” Secondo Buemi gesti di questo tipo sono dovuti all “chiara confusione che esiste in Italia e in particolare nel Torinese. Non mi sfugge neppure, però, che la bomba carta sia stata fatta esplodere davanti al palazzo che ospita anche gli uffici di Psi e Pd e credo che la risposta a questo grave atto vada cercata proprio in ambito politico”.
E’ ormai noto che, quando c’è di mezzo la politica, si avvia immediatamente uno scabroso processo di attribuzione del gesto, comunque deplorevole, nonostante le indagini siano appena avviate e non vi siano ancora nomi sul registro degli indagati. Ma tanto basta per indirizzare le indagini, pare infatti che sia già stata perquisita la casa di un ‘noto esponente dell’estrema destra settimese’, che risiede in prossimità dell’incidente.
Per far luce sull’accaduto indaga ora la digos ed i carabinieri sotto il coordinamento del procuratore d’Ivrea Giuseppe Ferrando. Onde evitar di giungere a conclusione affrettate, non ci resta che attendere gli esiti dell’inchiesta.
Cesare Dragandana
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