Roma, 29 mar – Dopo sole poche settimane dalle parole del ministro della Salute Schillaci sull’emergenza natalità, i dati Istat confermano la tragica tendenza di diminuzione delle nascite in Italia. Prosegue così il calo di nuovi nati, fenomeno che contribuisce ad acuire la profonda crisi demografica senza precedenti nella quale è sprofondata da anni la nostra Nazione. Stime già note mostrano come fra poco meno di trent’anni gli italiani potrebbero essere ben cinque milioni in meno, una prospettiva che staglia all’orizzonte una vera e propria estinzione di popolo.
In Italia sempre meno nascite
I dati Istat riguardo il 2023 evidenziano una denatalità pari a 14mila unità in meno rispetto al 2022, ovvero il -3,6%. I nati residenti in Italia sono 379mila, con un tasso di natalità pari al 6,4 per mille (mentre nel 2022 era del 6,7 per mille): il numero di nascite più basso mai registrato. L’ultimo anno nel quale si è registrato un aumento di nascite rispetto all’anno precedente è il lontano 2008, da lì, si è assistito nella penisola ad un calo di 197mila unità (-34,2%). Un problema che risente anche del progressivo invecchiamento della popolazione. Le donne italiane diventano mamme sempre più tardi, così facendo il numero medio di figli per donna è sceso da 1,24 nel 2022 a 1,20 nel 2023.
Verso l’estinzione del popolo italiano
Sempre più conferme, quindi, del calo della popolazione italiana. Al 1° gennaio 2024 la popolazione residente presenta un’età media di 46,6 anni, con un aumento significativo dei grandi anziani (4,5 milioni circa gli ultraottantenni) e il record storico di ultracentenari (22,5mila persone). Questo invecchiamento della popolazione unito con i disastrosi dati della natalità, presentano uno scenario oscuro per gli italiani, la cui sopravvivenza nel tempo è sempre più appesa ad un filo. In questo si aggiunge il criminale processo di legalizzazione dei flussi di immigrati, considerati la via più semplice e veloce per sostituire il nostro popolo, sempre più vecchio e sempre meno numeroso.
Andrea Grieco