Roma, 27 nov – Osman Kouyate, ivoriano 50enne, dalla sinistra italiana era considerato un simbolo dell’integrazione. Arrivato in Italia nel 1992, da bracciante a Rosarno era diventato un imprenditore di successo molto attivo nell’import-export.
Caporalato, così è finito in manette l’imprenditore ivoriano
Una storia quasi strappalacrime, peccato che ieri Kouyate sia stato arrestato con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento di manodopera, ovvero il reato di caporalato introdotto in Italia con la legge 199 del 2016. E’ finito in carcere insieme al cognato – presidente della cooperativa Salimo – anch’egli originario della Costa d’Avorio. Stando a quanto raccolto dai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro, su mandato della Procura di Cuneo, i due immigrati avrebbero compiuto i reati sopra menzionati.
La cooperativa Salimo, attiva in Piemonte nelle zone di Alba e Saluzzo (nel Cuneese) e in provincia di Torino, organizza l’alloggio e il trasporto dei lavoratori agricoli. Ecco, secondo quanto emerso dalle indagini lo sfruttamento contestato ai due ivoriani riguarderebbe anche i trasporti del personale impiegato nei campi. “Tutti i nostri ragazzi sono retribuiti con compensi tra i 5,50 e i 7,50 euro all’ora”, si è giustificato l’imprenditore africano.
La Lega tuona: “Ecco cosa nasconde il paravento del buonismo pro immigrazione”
Dura la presa di posizione della Lega, per bocca dei parlamentari cuneesi Giorgio Maria Bergesio e Flavo Gastald: “A Cuneo sono stati arrestati un imprenditore di origini ivoriane assieme ad un parente con l’accusa di intermediazione illecita di manodopera e sfruttamento. La cooperativa, che era rapidamente cresciuta da 40 a 250 soci lavoratori in pochi anni, secondo l’accusa nascondeva un vero e proprio giro di caporalato con sfruttamento dei migranti nel settore agricolo. Se confermato – affermano i parlamentari leghisti – si dimostrerebbe quello che la Lega sostiene da anni: troppo spesso il paravento del buonismo pro immigrazione serve per nascondere traffici illeciti e sfruttamento”.
Alessandro Della Guglia
3 comments
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I nostri andavano in Germania a scavare patate per molto meno.
Anche allora era meglio la Svizzera!