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Carta(bia) e passoverde. Perché il green pass cozza con i principi costituzionali

by La Redazione
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green pass, principi costituzionali

Roma, 30 lug – C’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico, nella istituzione del Passoverde (= “Green-Pass”, per gli anglofili): è qualcosa che rimanda alla società distopica descritta da George Orwell in 1984, romanzo nel quale il leitmotiv del Capo del Superstato di Oceania, sui manifesti affissi in ogni dove, così come nei messaggi trasmessi ai sudditi, è “Big Brother is Watching You”.

La suadente réclame governativa

Sul sito www.dgc.gov.it è pubblicata la suadente réclame governativa, che dovrebbe indurre gli italiani a munirsene senza troppi mal di pancia. Sullo sfondo del sito campeggia una notte stellata e stanno in bella mostra, sul portapacchi di una autovettura, le valigie e una tavola da surf di una famiglia in partenza per le vacanze. Esplicito il messaggio: “Ripartiamo in sicurezza. La Certificazione verde Covid-19 permette di accedere a eventi, strutture e altri luoghi pubblici in Italia e facilita gli spostamenti in Europa”. Seguono spiegoni, inviti, rimandi ad approfondimenti, nonché le precisazioni che il Passoverde è “gratis per tutti” (sic!) e che è “verificabile con QR code”, segno, questo, che, grazie ad un lettore ottico o ad un telefonino, ovunque “Big Brother is Watching Your Green-Pass”, in maniera da localizzare in tempo reale chicchessia, i suoi spostamenti, le sue preferenze.

Il green pass e la legge italiana

Insomma, il governo l’anno scorso non riuscì a convincere gli italiani all’uso di massa dell’applicazione “Immuni”, lanciata da Conte con l’ennesimo decreto legge ‘emergenziale’ (D.L. 30.04.2020, n. 28), e ritenta oggi l’impresa, nell’anno del Draghi, sempre mediante lo scorretto esercizio del potere di decretazione (D.L. 23.07.2021, n. 105), promuovendo un meccanismo di tracciamento analogo, forse più pervasivo, perché assurge a condicio sine qua non per accedere, dal prossimo 6 agosto, a “servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso, spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi, musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso, sagre e fiere, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione, attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò, concorsi pubblici”.

Il green pass? Ce lo chiede l’Europa

Anche questo, d’altronde, “ce lo chiede l’Europa”, come si suol dire quando in Italia si annunciano misure antinazionali e antieconomiche. Il 14 giugno scorso veniva, infatti, pubblicato il regolamento comunitario 2021/953, prevedente misure-quadro per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione per “agevolare la libera circolazione delle persone durante la pandemia di Covid-19”. Praticamente, si tratta del canovaccio dato al governo italiano per stendere il testo del decreto numero 105, misura che colpisce il settore economico dell’intrattenimento, limitando in maniera notevole l’accesso ai relativi esercizi o vietandolo del tutto a chi non ha il ‘salvifico’ documento. Inutile dire che ulteriori restrizioni saranno introdotte, sempre senza passar prima dal Parlamento, in spregio delle norme costituzionali e in conflitto con le norme preesistenti di legge ordinaria, prima tra tutte quella sulla protezione dei dati personali.

Libertà ridotte in coriandoli

L’istituzione del Passoverde pregiudica i diritti di libertà, sotto molteplici profili, e rappresenta un nuovo abuso governativo nell’esercizio del potere di decretazione d’urgenza. Basta dare uno sguardo alla Parte Prima della Costituzione e, in particolare, al Titolo Primo (“Rapporti Civili”), per accorgersi che le norme del decreto numero 105 riducono in coriandoli gran parte delle libertà riconosciute. Ma v’è di più: “In casi straordinari di necessità e di urgenza”, recita l’art. 77, comma I, Cost., “il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge”. Si versa in un caso extra ordinem, in cui l’intervento normativo è indifferibile per necessità ed urgenza e, pertanto, deve essere adottato dal governo e non dalle Camere? Dal 14 giugno, data di pubblicazione del regolamento comunitario numero 953, al 23 luglio, in cui il governo ha emanato il decreto numero 105, è trascorso oltre un mese. In questo lasso di tempo, i contagi e, soprattutto, i ricoveri e i decessi, non hanno raggiunto numeri significativi. Per di più, in trentanove giorni ben avrebbe potuto provvedere a legiferare, sia pure con insolita rapidità, il Parlamento, in modo da garantire un minimo di dibattito, dentro e fuori le aule.

Il contegno passivo del ministro Cartabia

In tale temperie, colpisce il contegno passivo del ministro Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale, che, evidentemente, ha preso alla lettera il nuovo incarico e, in via Arenula numero 70, guarda i sigilli. Ma, in definitiva, prescindendo dalle questioni meramente giuridiche, il Passoverde è utile a contenere la pandemia, considerato che i vaccinati, in base alle evidenze empiriche e scientifiche, possono ammalarsi e, a loro volta, contagiare? E ancora: la foga di censire e di tracciare i vaccinati in nome del diritto alla salute non stride logicamente con la faciloneria imperante a nord-est e a sud, dove ondate migratorie si susseguono accettando chiunque e comunque sul suolo nazionale? A che serve e a chi serve tenere l’anagrafe dei vaccinati, ormai maggioranza, e verificarne gli spostamenti? Sono, queste, domande che si pongono anche coloro che non appartengono ai no-vax o ai negazionisti e che non sono affetti da complottismo acuto, e che considerano, non a torto, il Passoverde strumento di controllo, più che di contrasto.

Andrea Petito – A.S.G.A.R.

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2 comments

Prof. Massimo Sconvolto 31 Luglio 2021 - 3:00

Come ho avuto modo di scrivere in un mio articolo un popolo in maggioranza di ignoranti si merita ignoranti (di comodo) al timone Illustrissimo Presidente della Corte Costituzionale incluso che non vede che io cittadino sono libero di avere le mie opinioni (ergo anche pensare che il #COVID è una pandebufala pro case farmaceutiche come ampiamente dimostrato) ex art. 3 c. 1 Costituzione e la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che si frappongano alla mia uguaglianza ex. art. 3 c. 2 Costituzione e invece spara fesserie sulla inesistente costituzionalità del Green Pass https://www.ilmessaggero.it/italia/green_pass_ristoranti_bar_costituzione_cosa_dice_diritto_salute_mirabelli-6079061.html che costruisce ostacoli anziché rimuoverli. Ce lo chiede l’europa? L’europa vada a farsi dare in #COVID (ex art. 21 Costituzione)

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Anche in Francia si protesta ancora contro il Green pass: scontri a Parigi ... 31 Luglio 2021 - 5:27

[…] Carta(bia) e passoverde. Perché il green pass cozza con i principi… […]

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