Si chiude così un’epoca per l’Inter e per il calcio italiano che si vede “scippare” dagli indonesiani un marchio fondato nel 1908, l’ennesimo pezzo d’Italia che se ne va dopo la vendita di storiche aziende, ora è giunto il momento di perdere anche quelle sportive.
Definitivamente archiviata, quindi, l’era dei presidenti passionali, strapaesani, attaccati sentimentalmente alla propria maglia e alla propria città. Parliamo dei Rozzi, degli Anconetani. Nasce ora un calcio diverso, più milionario ma meno autentico, (forse) più vincente ma standardizzato, uguale in tutto il mondo, con squadre multirazziali, a-culturali, che si assomigliano nel gioco, nei volti, nell’identità. Esattamente come un imprenditore italiano, oggi, assomiglia a uno indonesiano.
Saverio Andreani