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Contagi in calo, “ma sarà un Natale in emergenza”. Ecco chi chiede il lockdown

by Adolfo Spezzaferro
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natale

Roma, 15 nov – Cala la curva dei contagi – funzionano quindi le restrizioni del governo giallofucsia, che ha imposto il coprifuoco nazionale dalle 22 e il lockdown nelle regioni rosse, ossia con il più alto rischio epidemico – ma gli esperti ribadiscono che il Natale sarà tutt’altro che festoso. Anzi, riaprire sarebbe fatale perché poi a gennaio si scatenerebbe una terza ondata. Insomma, una cosa è certa: è presto per sapere se il governo Conte allenterà qualche divieto in vista delle vacanze natalizie. Anzi, la tentazione di approfittare della lunga pausa delle scuole per tappare gli italiani in casa resta forte. A quanto pare comunque la divisione in fasce – gialla, arancione, rossa – dovrebbe essere confermata anche durante le festività.

Crisanti: “A Natale inevitabile chiudere tutto”

A sentire il solito Andrea Crisanti, il microbiologo catastrofista che da settimane invoca un lockdown nazionale, “piuttosto che riaprire per Natale, penso che la situazione sia così malmessa da dover consigliare l’opposto: approfittare delle ferie di fine anno per chiudere tutto in quelle due settimane e cercare di fermare il contagio. Ma capisco che bisogna tener conto delle esigenze dell’economia”, dice il prof di Microbiologia all’università di Padova, intervistato da Repubblica. “Ma allora – rincara la dose Crisanti – fate qualcosa: prolungate gli orari di apertura dei negozi, scaglionate gli ingressi, evitate in tutti i modi gli assembramenti, a casa e fuori”. Il tema, spiega, “non è come regge il sistema ma quanti morti siamo disposti ad accettare”, è la cupa osservazione. Secondo il microbiologo “il lockdown bisognerà comunque farlo. Risulterà inevitabile, i numeri lo imporrano“. E per lui l’epidemia durerà ancora a lungo: ne usciremo a “fine del 2021, inizio del 2022”.

Ranieri Guerra: “Natale sobrio, anche se i numeri migliorassero”

Cauto sul cosiddetto ritorno alla normalità è Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Oms: “La curva sta rallentando e tra poco comincerà a scendere di nuovo ma si allungherà nel tempo, rispetto a quella della prima ondata in quanto abbiamo più casi, diffusi sull’intero territorio nazionale, diagnosticati anche molto meglio, grazie ad una attività di test in continua crescita. E non ci dimentichiamo che siamo appena all’inizio della stagione invernale”. In un’intervista al Corriere della Sera, l’esperto si dice convinto che quello di quest’anno sarà un Natale “sobrio, anche se i numeri dell’epidemia migliorassero. Sarebbe un grosso errore lasciarsi andare, come è avvenuto in estate. Il quadro è molto chiaro. Il virus si trasmette grazie ai contatti interumani. O li limitiamo spontaneamente con il senso di responsabilità a cui continuiamo a fare appello, oppure ci dovranno essere chiusure imposte con le conseguenze economiche e sociali che ormai conosciamo bene. Una scorciatoia non esiste”. Insomma, l’imbeccata al governo è evidente: “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, sembra dire, suggerendo una nuova serrata generale. Sulla possibile terza ondata Ranieri Guerra spiega che “le epidemie si comportano così. La curva diventerà meno ripida ma questo non significa che il virus sparirà. Come la scorsa estate resterà sotto traccia e prima di allontanarlo per sempre passerà parecchio tempo. Quando i vaccini arriveranno sarà anche necessario agire in fretta per proteggere la popolazione”. A preoccupare Ranieri Guerra è la situazione della rete sanitaria: “Il problema ora sono i ricoveri nei reparti di medicina. I letti molto spesso sono occupati da persone con bisogni sociali, più che clinici. È urgente la creazione di strutture alternative per liberare gli ospedali e garantire a persone in sofferenza, magari anziane e sole, il supporto e la sicurezza. È un aspetto che preoccupa più dell’occupazione dei letti di terapia intensiva dove i ricoveri sono appropriati dal punto di vista clinico”, conclude.

Sileri: “Sarà un Natale in emergenza”

Chi è più ottimista infine è il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che si dice “fiducioso che i numeri si stiano stabilizzando, diverse evidenze lo dimostrano“. Invoca comunque cautela: “Aspetterei qualche giorno per dire che il picco della seconda ondata è stato toccato”. In una intervista a La Stampa, Sileri annuncia un “Natale in emergenza“. Sulla possibilità di un lockdown nazionale, il viceministro ammette che “se i dati ci costringessero a rendere tutte le regioni rosse, di fatto si arriverebbe a un lockdown nazionale. Ma se si optasse per questa soluzione solo per silenziare i mugugni degli scontenti, sarebbe una sconfitta per tutti”. Sulle polemiche del governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha accusato il governo di sciacallaggio, il viceministro racconta che “sono stato al Cardarelli pochi giorni fa e ho trovato una situazione difficile. C’è una condizione di oggettivo stress del sistema sanitario campano. Questa percezione, molto chiara, è confermata dai dati. Per questo è stato aumentato il livello di allerta”.

Come se non bastassero i pareri scientifici degli esperti più o meno pessimisti, abbiamo il nostro premier Giuseppe Conte che per sicurezza mette le mani avanti e sfiorando il ridicolo ha sindacato sul fatto che il Natale “è un momento di raccoglimento, che viene male se si è in tante persone“. Come a dire, lockdown sotto l’albero.

Adolfo Spezzaferro

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Marco 15 Novembre 2020 - 11:57

Il Crisantemo ha parlato…e come sempre le sue parole sono finalizzate ad alimentare ulteriormente il terrore, la paura. Scienza? Neanche l’ombra. Paura, solo paura. Non si capisce per quale dannato motivo dovremmo stare a sentire un tizio che si occupa di zanzare e non capisce un c…o di virus.
Però, diavolo, è davvero un fuoriclasse nel terrorizzare la popolazione. Questo deve essere il motivo per cui viene continuamente interpellato. Da notare, inoltre, l’atteggiamento fideistico che prevale nei confronti di un tampone totalmente inaffidabile: il tampone ha sentenziato. Inginocchiamoci…

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