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Coppia ospita camerunense, lui ringrazia con uno stupro: condannato a 10 anni

by Cristina Gauri
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camerunense

Chieti, 7 set — Dovrà scontare dieci anni di reclusione — tre in più di quelli chiesti dal pm — l’immigrato di origine camerunense che il 6 ottobre del 2021 aveva stuprato la coinquilina sorprendendola mentre si stava facendo la doccia. La decisione del tribunale di Chieti è arrivata ieri per A.A.A. (queste le sue iniziali) condannato per violenza sessuale nei confronti di una giovane di 23 anni che ospitava temporaneamente lo straniero nell’abitazione in cui conviveva con il compagno. Il camerunense aveva deciso di esprimere la propria riconoscenza per il posto letto concessogli con un bello stupro sotto la doccia. Secondo quanto riferito dal Messaggero, per l’imputato sono state disposte l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e alcune sanzioni accessorie.

Loro lo ospitano, il camerunense ringrazia con uno stupro 

L’increscioso episodio si era verificato a Francavilla al mare, provincia di Chieti, nell’appartamento della coppia in cui lo straniero era temporaneamente ospite. I due avevano deciso di offrigli un letto per un periodo di tempo limitato, senza volere nulla in cambio, in quanto i tre avevano lavorato insieme nel corso dell’estate 2021. L’imputato, attualmente recluso nel carcere di Pesaro, è stato ritenuto pienamente responsabile del fatto contestato.

Il tentativo di fuga e i messaggi cancellati

Una volta avvenuto lo stupro, il camerunense aveva ammesso il fatto «dialogando con il fidanzato della persona offesa ma aveva cancellato i messaggi che poi sono stati riferiti dal teste: è l’ennesima dimostrazione di confessione stragiudiziale», ha concluso il Pm. Il legale della 23enne ha sottolineato come lo straniero avesse cercato di far perdere le proprie tracce. La vittima, che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Italo Longo, ha chiesto un risarcimento di 100mila euro. Fra 90 giorni si conosceranno le ragioni a fondamento della decisione, poi il caso finirà con tutta probabilità in appello.

Cristina Gauri

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1 commento

Lappola 7 Settembre 2022 - 10:30

Si potrebbe anche dire che mal voluto non è mai troppo, ma forse sarebbe più corretto appenderlo ad un albero eventualmente anche dai piedi purché ad un robusto ramo, ad una altezza elevata e fino a quando non dice basta, me ne torno a casa a mie spese.

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