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Cosa succede tra Seul e Pyongyang: la situazione sul confine del Mar Giallo

by Andrea Grieco
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Mar Giallo

Roma, 17 gen – L’allarme di una possibile rottura irreparabile tra Seul e Pyongyang è sempre all’ordine del giorno. Gli analisti di diversi quotidiani asiatici, tra cui il South China Morning Post di Hong Kong, evidenziano come il flebile equilibrio tra le due Coree potrebbe subire una forte involuzione per quanto riguarda la zona di confine nel Mar Giallo, un’area di forte tensione e da tempo sotto stretta osservazione da entrambe le Nazioni. In questo senso le iniziative della Corea del Nord, tra cui le molteplici esercitazioni militari e test balistici (effettuate anche dalla controparte) mostrano come la diplomazia tra i due Paesi sia in una fase di stallo.

Il clima teso nel Mar Giallo

Sulla scia dei vari sconvolgimenti dell’ultimo periodo, il forte riavvicinamento tra Usa e Corea del Sud in termini di difesa contribuisce a tenere viva l’ipotesi di uno scontro bellico. Kim Jong-un ha minacciato di guerra la Corea del Sud se “anche solo 0,001 mm” del territorio del Nord saranno violati, mentre allo stesso tempo, ha abolito le agenzie che sovrintendevano alla cooperazione e alla riunificazione. Kim ha anche avvertito che Pyongyang non riconoscerà il confine marittimo di fatto tra i due Paesi nel Mar Giallo, la Northern Limit Line (Nll), e ha chiesto modifiche costituzionali per definire il Sud come il “principale nemico” e codificare l’impegno ad “occupare completamente” il vicino rivale in caso di guerra. Di tutta risposta, il presidente Yoon Suk Yeol ha annunciato che Seul reagirà con una risposta “molte volte più forte”, sottolineando le “schiaccianti capacità di risposta” delle sue Forze armate. 

Una situazione esplosiva

Senza dubbio la situazione odierna della penisola coreana è una delle più pericolose dallo scoppio della guerra di Corea del 1950. La chiara rottura con le politiche precedenti di riunificazione con il Sud da parte del leader nordcoreano Kim Jong-Un va di pari passo con l’abbandono di ogni tentativo di normalizzazione con Washington in seguito al vertice del 2019 con Donald Trump. A ciò va aggiunto un profondo legame con Russia e Cina, migliorato in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina e l’aumentare delle tensioni a Taiwan.

Andrea Grieco

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