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De Donno: “Siamo in mano a scienziati prezzolati. Dovevo alzare la voce prima”

by Davide Romano
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De Donno scienziati prezzolati

Roma, 20 mag – Torna a parlare Giuseppe De Donno, pneumologo dell’ospedale Carlo Poma di Mantova e pioniere della plasmaterapia, da settimane al centro di numerose polemiche. La sua figura e la sua opera hanno infatti creato una forte spaccatura nell’opinione pubblica italiana, tra chi lo attacca sbeffeggiandolo o minimizzando i suoi risultati, e chi invece lo difende a spada tratta trasformandolo quasi in una bandiera.

De Donno e l’attacco agli “scienziati prezzolati”

In una intervista al settimanale Oggi in edicola torna tirare bordate: “Non sono arrabbiato. Sono infuriato. Ho due rimpianti. Dovevo iniziare ad alzare la voce prima, e in maniera più energica. Il mio era un dovere civico. Se tutto resta in mano a scienziati prezzolati non si va da nessuna parte. Quando parlo a un congresso, la prima slide che proietto riguarda il conflitto di interessi. Io non ne ho. Mi piacerebbe che i medici che vanno in tv facessero lo stesso”. De Donno non vuole farsi “arruolare” a forza nelle fila dei No Vax. “Sono per le vaccinazioni. E non avrei nulla in contrario se un giorno il plasma con gli anticorpi contro il Covid fosse elaborato industrialmente. Sono un medico e devo salvare la vita ai pazienti. Il resto non conta”.

Il coronavirus già a settembre?

De Donno ha poi parlato delle sue convinzioni sulle tempistiche della diffusione del coronavirus. Secondo lo pneumologo di Mantova l’arrivo del Covid-19 in Italia va retrodatato. “In Lombardia ci sono quattro ceppi di questo virus, e nessuno è identico a quello cinese“, afferma De Donno. “Sappiamo ancora poco… Io ho fatto uno studio sui casi di polmonite del mio reparto. Secondo me, i primi pazienti sono di fine settembre. Una forma aggressiva, che ha avuto uno stranissimo picco tra ottobre e novembre e che colpiva soprattutto gli adolescenti. Sono sicuro fossero riconducibili al coronavirus. Non riusciamo a capire come mai però la grande diffusione sia esplosa mesi dopo. Forse la prima ondata, quella dello scorso autunno, era causata da un ceppo meno contagioso”.

Davide Romano

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2 comments

Luciano 20 Maggio 2020 - 7:07

E lo ammette anche… Bé, troppo tardi, il danno è fatto. Come quelli che si accorgono troppo tardi di avere sbagliato nel votare. Poteva farlo ascoltando noi, gente comune: noi lo sapevamo da subito che bisognava alzare la voce. Ma figuriamoci se questi si prendono il disturbo di ascoltarci.

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signora 21 Maggio 2020 - 3:23

Concordo con Luciano!
Possibile che lo stesso giorno in cui ho sentito la prima volta che bruciavano con tutta fretta i corpi io, da totale ignorante in medicina, mi sia subito domandata come potrebbero fare ora le autopsie per capire di cosa son morti se bruciano i corpi?!!!
Possibile che ci sia voluto un mese prima che si svegliasse la coscienza di qualche “eroe” per capire che era la prima cosa da fare??!!!! circolare o non circolare del ministero che “invitava” a non fare autopsie!

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