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Decreto flussi: per il 2024 attesi altri 151mila lavoratori stranieri

by Andrea Grieco
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Roma, 4 mar – Dopo i 136mila lavoratori non comunitari che hanno potuto beneficiare del famigerato Decreto flussi 2023 per entrare legalmente in Italia, sono già partite le precompilazioni delle domande relative al 2024. Per quest’anno, le quote d’ingresso nel nostro Paese saranno complessivamente 151mila: 61.250 per lavoro subordinato non stagionale, 700 per lavoro autonomo e 89.050 per lavoro subordinato stagionale. Nei mesi di ottobre e novembre dello scorso anno le domande sono state circa 608mila, ovvero più di cinque volte superiori ai posti disponibili. Numeri che non possono fare altro se non annunciare un dramma

Il dramma in atto del Decreto flussi

Continua così il tragico processo di immigrazione di massa legale all’interno dei nostri confini. Un vero e proprio stravolgimento sociale e culturale al quale l’attuale governo sta condannando la penisola. Con il click day fissato per lunedì 18 marzo (la procedura telematica che consente ai datori di lavoro di ottenere i permessi di soggiorno lavorativi per le persone che provengono da contesti extra Ue), le istanze relative al Decreto flussi 2024 potranno essere presentate fino al 31 dicembre di quest’anno. I numeri di questa programmazione dei flussi d’ingresso legali di lavoratori stranieri fanno rabbrividire: dopo i 135mila del 2023 e i prossimi 151mila se ne aspettano ulteriori 165mila per il 2025.

Aumento dell’immigrazione e nessun sostegno alle famiglie italiane

Ricordiamo tutti le parole del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida che annunciavano “500mila lavoratori stranieri in tre anni”, questo è appunto ciò che sta facendo il governo Meloni in materia di immigrazione. Invece che fermare quella che è una vera e propria invasione (come gridato in campagna elettorale sbandierando un imminente blocco navale) il centrodestra ha pensato bene di aumentare a dismisura il fenomeno legalizzando i flussi. Mentre il popolo italiano attraversa una profonda crisi demografica, oltre alla sempre più frequente scelta dei lavoratori in alcuni settori di fuggire all’estero, si pensa ad importare manodopera a basso costo piuttosto che creare posti di lavoro sul territorio e incentivare la natalità sostenendo le famiglie italiane.

Andrea Grieco

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