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Dalla delazione alle inchieste: il coronavirus scatena la caccia all’uomo 2.0

by Lorenzo Zuppini
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coronavirus delazione

Roma, 18 apr – C’è il titolo di un film western con Clint Eastwood che calza a pennello con la situazione attuale: “Gli avvoltoi hanno fame“, colonna sonora dell’immortale Ennio Morricone. L’Italia è colma di carcasse da spolpare e, come vuole la miglior tradizione, dopo una qualsiasi catastrofe arrivano i Robespierre. Trump non può dire che il coronavirus è cinese, né noi tantomeno possiamo farlo perché il codice linguistico politically correct impedisce di definire la provenienza della più grave pandemia da cent’anni a questa parte. È come se fosse piovuta dal cielo, e dunque noi siamo gli untori di noi stessi e vi è per forza una qualche responsabilità sia pubblica che privata per i morti, i contagiati e le macerie in cui sguazzeremo per i prossimi mesi.

Dagli all’untore 2.0

Vi è un gusto sadico nella caccia all’untore e nell’organizzazione dei roghi per le streghe, grazie a direttive farraginose provenienti dal governo e recapitate a sindaci e forze dell’ordine che si trovano nell’ambigua condizione di poter interpretare in modo più o meno restrittivo le limitazioni alle libertà di sessanta milioni di persone.

Non si ha certezza nel domani non più a causa del coronavirus, quanto per la situazione di precarietà in cui siamo piombati, una condizione orwelliana cui dobbiamo genufletterci pena l’arresto da parte di una delle task force governative che valuta e sanziona le fake news. Vocabolario, questo, mistificatorio utile a giustificare la repressione della libertà di pensiero, perché nessuno, nemmeno chi governa, ha idea di cosa sia una fake news. Si ha però tutti perfettamente idea di cosa sia la caccia all’uomo reo di esser uscito in spiaggia, o col cane al guinzaglio lontano da casa oltre cento metri, lo sappiamo tutti perché sono andate addirittura in tivù le immagini dell’elicottero armato di telecamera che riprendeva un disgraziato qualsiasi che aveva la colpa imperdonabile di essersi inoltrato su una spiaggia solo come un cane. Un trattamento di cui non ha mai goduto neanche Pablo Escobar. Una crocifissione in pubblica piazza che non meriterebbe neanche il peggiore dei criminali, al quale viene comunque garantita la dignità. Invece, per chi oggi osa evadere dagli arresti domiciliari per rinfrescarsi mente e corpo, è stabilito il rogo nella zona principale d’Italia che è la tivù alla quale oggi più che mai stiamo appiccicati. E, per inciso, al delatore del vicino di casa verrà conferita un’onorificenza.

Il coronavirus scatena la caccia all’uomo

Naturalmente questa rimane la nazione dove la magistratura ripulisce la coscienza collettiva dai suoi difetti e dalle sue colpe, dunque era impensabile che i mastini in toga non fiutassero il marciume su cui fare chiarezza. Il cadavere è caldo e il comitato che cerca giustizia e verità è fresco. Cercare giustizia significa mozzare teste, significa scatenare la caccia all’uomo.

La Lombardia è il capro espiatorio per tutti i mali dell’umanità. Nessuno però ricorda gli aperitivi e le cene contro l’odio e la paura, nessuno ricorda gli involtini primavera in prima serata, nessuno ricorda il cretinismo collettivo e politicamente corretto che ha investito l’Italia all’inizio del 2020. O i virologi che oggi sono sceriffi e che ieri asserivano che mai il virus ci avrebbe investiti. Il punto era non lasciare spazio a chi nell’odio ci sguazza e ne trae voti. Il punto, oggi, è infilzare questi ultimi con lo spillone del perbenismo legalitario, investendo gli amministratori con gli avvisi di garanzia e i cittadini sciocchi con lo spionaggio perverso. I lombardi producevano troppo, la domenica la passavano in azienda, la logica del padroncino che si arricchisce fa venire la bava alla bocca, a Milano c’era la nebbia causata dallo smog, adesso la natura si sta riappropriando dei suoi spazi e cinghiali e giraffe e iguane hanno il sacrosanto diritto di bivaccare nei nostri giardini. L’era degli uomini è finita, come direbbe Tolkien, è giunta quella degli animali. Anzi no, è giunta quella della vendetta.

Lorenzo Zuppini

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4 comments

Cesare 18 Aprile 2020 - 4:35

Le famose raccomandazioni dei grandi “scienziati” oggi pari a Dei dell’ olimpo, è di rimanere distanti da un infetto e lavarsi le mani e altre cose del genere.Ma prima non ci si metteva già la mano davanti alla bocca se si tossiva e non ci si lavava le mani?? E non si rimaneva distanti da un appestato?Era normale saggezza popolare ma oggi si pensa che sia una novità dettata dagli esperti!!
La novità è che stanno sperimentando in Italia, patria della conoscenza, un progetto di controllo totale della popolazione e di arresti domiciliari utile al mondo Orwelliano che i poteri occulti vogliono instaurare.

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Ermanno 18 Aprile 2020 - 5:34

Benvenuti nella DDR, anzi nella RDI, la Repubblica “Democratica” Italiana… La Stasi nostrana è in azione, attenti ai delatori, che si occupano delle “vite degli altri”…

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Filippo 18 Aprile 2020 - 5:37

Se le forze dell’ordine mettessero lo stesso impegno e abnegazione nel bloccare i clandestini

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Sergio Pacillo 19 Aprile 2020 - 8:27

Chiediamoci cosa al riguardo stanno facendo Salvini e Meloni.
Praticamente niente.

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