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Esiste davvero un’emergenza omofobia in Italia? (Spoiler: no)

by Cristina Gauri
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emergenza omofobia

«Emergenza omofobia», «aggressioni contro gli omosessuali», «Preso a pugni perché gay». Lo leggiamo, lo sentiamo martellare su radio, canali televisivi, nel dibattito parlamentare. Sono gli squilli di tromba, i casus belli che nell’ultimo anno e mezzo, ciclicamente, hanno introdotto il dibattito sul ddl Zan – un dibattito sempre più simile a un monologo, con le voci dissidenti azzerate, dileggiate, criminalizzate. E se per i presunti aggressori la sentenza inappellabile è già stata scritta, per gli accusatori basta la parola, l’al lupo al lupo, perché le orde di ultrà Lgbt-friendly si scatenino sventolando episodi circostanziati da testimonianze a senso unico. Il sillogismo che le accompagna è impeccabile: l’ha detto un gay, il gay parla il linguaggio dell’amore e del diritto all’amarsi, quindi quello che dice deve essere per forza vero.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di giugno 2021

Ma quale emergenza omofobia

Il primo elemento che balza all’occhio nel valutare la presunta urgenza di normare ulteriormente – e inutilmente – il reato di omobitransfobia è questo: che si tende ad affossare i semplici, nudi e tangibili dati che dovrebbero provare la necessità di approvare la legge Zan, in favore di un clamore mediatico fatto di processi sommari e canonizzazione dei presunti martiri omosessuali. E infatti, andando a scandagliare la presunta «emergenza omofobia», ci troviamo davanti a due rilevanti problemi, sui quali i sostenitori del ddl Zan saltano allegramente a piè pari. Non si sa se per idiozia o per malafede.

Le finte aggressioni omofobe

Innanzitutto, la «denuncia per aggressione» non è un accertamento, e come dato su cui fondare un’emergenza è deboluccio assai: perché la denuncia, da sola, implica una valutazione individuale, unilaterale, l’idea soggettiva del motivo per cui si è stati aggrediti. E le notizie strappalacrime lanciate dai media allineati strombazzano sempre il fatto così come denunciato dalla presunta parte lesa – mentre la controparte è silenziata e condannata a priori. Caso tipico: supposti pestaggi che, all’esito dei reali accertamenti, diventano risse con la compartecipazione di chi si era presentato come agnello sacrificale e parte lesa. È il caso della rissa spacciata per attacco omofobo accaduta a Padova nel settembre 2020. Due gruppi di giovani, complice l’alcol, si scontrano prima…

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4 comments

mario1232016 5 Giugno 2021 - 5:38

Alcune considerazioni
1)ogni volta che un gay viene aggredito, si grida subito all’omofobia!! senza verificare se magari quello era un pazzo che ha aggredito altre persone (non-gay) prima. Questo perchè a molti piace fare i “titoloni” che attirano click e lettori. Non mi sembra corretto però..
2)ho sentito gay, trans e altro.. lamentarsi di normale bullismo, come se “altre” persone non avessero subito le stesse cose.
3)Se devo dire la mia.. la vittima del bullismo di solito è chi “appare” debole.
Può essere un ragazzo magrolino(con braccia sottili) o al contrario un ciccione.. questi si che vengono presi di mira a scuola, continuamente..
Al contrario è molto più difficile che uno di 2 metri di altezza con spalle larghe venga aggredito, se non da un gruppo.
Tutto questo “esula” dai gusti sessuali.. secondo voi fra un magrolino etero e un omosessuale con fisico da lottatore chi rischia di più? la risposta mi pare scontata…
Parlo della società attuale almeno. Almeno, per esperienza personale, in tutta la mia vita non ho mai visto “nessuno” aggredito perchè gay, al contrario, centinaia di persone aggredite per l’aspetto..
Anzi.. al contrario: ho visto più volte persone gay aggredire o cercare di dare “molto fastidio” a persone etero. Ma chissà come mai questi casi non vanno sui giornali.
Quindi la mia opinione è “scontata”. In ogni caso, il mio messaggio non vuole essere caio contro sempronio.. o una gara a chi subisce di più.. Vorrei solo smentire categoricamente alcuni luoghi comuni che si sentono. Per capire alcuni esempi che ho fatto, credo che basti un minimo di buonsenso, indipendentemente dalle idee politiche, soprattutto se qualcuno ha vissuto in quartieri “pericolosi”. Anche citare cose passate non ha molto senso.. è la società attuale quella che conta. Non se 2000 anni fa.. signor “x” se la prese con un gay.. ( è un modo di dire). Parlo ovviamente dei paesi occidentali.

In realtà le leggi per difendersi dalle aggressioni esistono. L’importane è che siano uguali per tutti.
Il continuo tentativo da parte di lobby lgbtz, e categorie di creare persone di “serie a” e altre di “serie b” trovo che sia vergognoso. Sono assolutamente contrario. Questo è… hanno iniziato col femminismo, poi le lobby che appoggiano movimenti tipo Black lives matter.. ora loro. La retorica è sempre la stessa.

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Salvo Lamacchia 7 Giugno 2021 - 6:00

alla fine la verità conta e dice che: ricchioni in cerca di visibilità : ad alcuni fanno solo schifo a da altri ridocoli ergo nessuno vi odia !

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Delirio politically correct: il Brasile accusato di omofobia perché nessun giocatore sceglie il numero “gay” - Rassegne Italia 2 Luglio 2021 - 2:31

[…] Di Ilaria Paoletti – Roma, 1 lug – Il Brasile si appresta ad affrontare il Cile nei quarti di finale della Copa America, ma un po’ come sta succedendo per gli Europei e il razzismo, non si parla di calcioma di altro: la Federazione carioca è accusata di omofobia. […]

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