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Esperti dei vaccini e case farmaceutiche: una lunga storia d’amore

by Francesca Totolo
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Roma, 21 lug – Mentre arrivano dati non certo entusiasmanti sugli effetti delle vaccinazioni dal Regno Unito e da Israele, due dei Paesi con il più alto tasso di popolazione vaccinata, in Italia impazza sui social network l’hashtag “Vaccinatevi”, spinta soprattutto dai virologi diventati ormai superstar televisive. Quella tra esperti dei vaccini e case farmaceutiche è una lunga storia d’amore.

Roberto Burioni e il Medical Facts

A tal proposito, nell’aprile del 2021, è passata sottotraccia la notizia dell’assoluzione con formula piena di Gabriele Ansaloni, in arte Red Ronnie, sentenza emessa dal tribunale di Bologna dopo la denuncia per diffamazione depositata da Roberto Burioni. Il 15 maggio 2016, Ansaloni scrisse un post su Facebook dove accusava il virologo di “ricerca di protagonismo e di essere ‘legato a interessi economici'”. Red Ronnie inoltre riportò la mail di una persona che, riferendosi a Burioni, affermava: “In questo suo ruolo di moralizzatore, nasconde un lapalissiano conflitto di interessi, ossia l’impegno, in campo vaccinale, di tanti suoi brevetti”. Nel 2018, il virologo si è scontrato anche con il Codacons, associazione che aveva anche presentato un esposto all’Anac (Autorità Anticorruzione). Secondo l’associazione di Carlo Rienzi, “Il dottor Roberto Burioni risulterebbe responsabile ed ideatore di una società di ricerca immunologica denominata Pomona Ricerca Srl, la quale avrebbe intrattenuto rapporti con il Wellcome Trust, soggetto di diritto statunitense che sponsorizzerebbe eventi organizzati dalla Novartis, dalla Roche (che avrebbe partecipato alla sperimentazione del vaccino per il papilloma virus) e dalla Johnson & Johnson (la quale, attraverso la Crucell, si occuperebbe dello studio e dello sviluppo dei vaccini con anticorpi monoclonali, proprio il campo di studio di Burioni, che vanterebbe 8 brevetti per farmaci disegnati principalmente su anticorpi monoclonali). Il dott. Burioni, durante la sua carriera, avrebbe partecipato a studi presso il CDC di Atlanta e avrebbe frequentato il Wister Institute di Philadelphia, la cui attività sarebbe sponsorizzata, tra gli altri, dalla GlaxoSmithKline, dalla Pfizer e dalla Janssen Biotech Services, che si occupano di vaccini. A ciò, aggiungasi la circostanza che i brevetti relativi a vaccini, di cui al http://patents.justia.com/inventor/roberto-burioni, risulterebbero registrati a nome di Burioni (e di Massimo Clementi)”. Nei confronti di Burioni, il Codacons ha presentato diversi esposti in cui si sottolinea inoltre che “ad esempio il suo libro ‘Il vaccino non è un’opinione’, pubblicato a settembre 2016, risulterebbe sponsorizzato da colossali aziende farmaceutiche come GlaxoSmithKline Biological e Sanofi-Pasteur MSD”. Tra l’altro, dall’esposto del 2019 emerge che il virologo è stato autore del progetto “Dalla vaccine hesitancy alla vaccine recovery”, finanziato con il contributo incondizionato della Merck&Co erogato da MSD Italia, casa farmaceutica che avrebbe versato alla fondazione Lorenzini per il progetto la somma di 352.000 euro nel 2017.

Ora Roberto Burioni si divide tra le ospitate televisive, l’Università San Raffaele e la direzione scientifica di Medical Facts. Oltre al virologo, i fondatori della piattaforma medico-scientifica sono Michele Dalai, che ha diretto alcuni case editrici, Amon Airoldi, avvocato e socio di uno studio legale, e Alessandro Scarinci, amministratore di una società di comunicazione. L’advisor di Medical Facts, Fabrizio Moscatelli, è anche consulente per la Bill e Melinda Gates Foundation presso le Agenzie ONU (FAO, WFP, IFAD) e il Comitato per la Sicurezza Alimentare Mondiale (CFS). Ricordiamo che la fondazione di Gates è il secondo finanziatore mondiale dell’Organizzazione mondiale della sanità, dietro solo agli Stati Uniti.

Matteo Bassetti

Prezzemolino televisivo e direttore della clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti ha rivelato di avere avuto un passato in politica: “Quando ero ragazzo mi è sempre tanto piaciuta la politica. Sono stato candidato al Consiglio di amministrazione universitario ed ero nel movimento di Mario Segni ‘Studenti per la riforma’, poi ho fondato un club Forza Italia nel 94, ma non ho mai avuto il piacere di conoscere il Presidente Berlusconi che stimo tanto”. Poi, per non scontentare nessuno, Bassetti ha aggiunto: “Stimo molto Berlusconi ma ho anche apprezzato Renzi nel passato. Oggi le direi Draghi anche se non è un politico. Ad esempio, anche Letta a me è sempre piaciuto moltissimo”. Quello che si direbbe un colpo alla botte e uno al cerchio. Il professore ricorda anche la sua esperienza in Regione Friuli Venezia Giulia: “Stimo fortemente Debora Serracchiani, abbiamo lavorato accanto in Friuli Venezia Giulia, a Udine, e sono contento del ruolo che ricopre anche oggi”. Sarà la stessa Serracchiani della riforma della sanità del 2014 che ha fatto collassare il servizio sanitario regionale a causa del piano di austerity, tra le chiusure di punti nascita, la riconversione di diversi pronto soccorso in punto di primo intervento e la riduzione dei posti letto?

Abbiamo letto il curriculum vitae di Bassetti da quale emerge la sua carriera accademica e professionale, dalla scuola di specialità presso l’Università degli studi di Genova alla direzione della clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. È interessante evidenziare che Matteo Bassetti sia stato membro del “Global advisor board and International” di alcune case farmaceutiche, tra queste la Pfizer che produce uno dei vaccini anti Covid-19. Raggiunto telefonicamente, Bassetti ha confermato di essere stato consulente di quelle case farmaceutiche solo per “il settore antibiotici”, non per i vaccini. Il professore ha assicurato che non vi è nessun conflitto di interesse.

Il professor Bassetti è anche membro della società scientifica “Infectious Diseases Society of America” (IDSA), che riceve finanziamenti dalle diverse industrie farmaceutiche, tra queste Pfizer e Janssen. Bassetti è stato anche segretario dell’Infectious Diseases Group dell’EORTC, organizzazione belga che “ha condotto numerosi studi clinici in collaborazione con industrie farmaceutiche e biotecnologiche” nel 2020, tra queste AstraZeneca, Janssen e Pfizer. Questi studi clinici rappresentano il 65 per cento delle entrate dell’EORTC nel 2020.

Bassetti è anche presidente della Società Italiana di Terapia Antinfettiva (SITA) che lo scorso 10 giugno ha patrocinato un webinar sul Covid-19, con il contributo di alcune case farmaceutiche, tra queste la Pfizer. Peraltro, tale webinar è stato accreditate per il conseguimento di crediti Ecm (Educazione continua in medicina).

Fondazione Gimbe e Nino Cartabellotta

Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, è ormai uno dei più noti moralizzatori televisivi sul vaccino. “La Fondazione Gimbe, che non ha fini di lucro, ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico” si legge nella sezione “chi siamo” della fondazione. Tuttavia, cliccando sulle fonti di finanziamento, vengono elencate diverse industrie, tra queste AstraZeneca, Janssen e Pfizer. Abbiamo chiesto all’ufficio stampa della Fondazione Gimbe gli scopi di tali finanziamenti e il loro importo ma, dopo tre giorni e vari solleciti, non è ancora arrivato un riscontro.

Nel Codice sulla trasparenza (Efpia – Disclosure Code), richiesto a tutte le case farmaceutiche associate a Efpia (Associazione europea dell’industria del farmaco), troviamo traccia solo di un finanziamento alla Fondazione Gimbe effettuato dalla GlaxoSmithKline nel 2019 dell’importo di 35mila euro.

I report Efpia e la trasparenza

In un periodo dove regna l’infodemia e la disinformazione sul Covid-19 e i vaccini, gli esperti interrogati dalle testate, dai telegiornali e dai salotti televisivi dovrebbero essere il più trasparenti possibile in merito ai loro rapporti con le cause farmaceutiche, anche per essere più autorevoli e più credibili nei confronti dell’opinione pubblica. Certamente, l’aver collaborato con le stesse case farmaceutiche che producono i vaccini non rende il curriculum vitae accademico e professionale meno prestigioso, ma la trasparenza è indispensabile quando in gioco c’è la salute dei cittadini italiani.

Per garantire la trasparenza, ogni casa farmaceutica deve indicare il nome dei medici e delle organizzazioni con cui ha intrattenuto rapporti economici riguardanti la ricerca e sviluppo di nuovi farmaci attraverso gli studi clinici svolti negli ospedali, nelle università e nelle strutture sanitarie pubbliche e private, le consulenze scientifiche, i seminari e convegni scientifici, che offrono informazione e aggiornamento, e il supporto ai congressi e corsi Ecm (Educazione continua in medicina) organizzati da strutture pubbliche, università, società scientifiche e provider accreditati Ecm. Dal 2016 al 2019, il trasferimento di valore complessivo ha superato gli 800 milioni di euro. A tal proposito, nel 2017, la Fondazione Gimbe ha pubblicato un report che ha analizzato i dati pubblicati online dalle aziende farmaceutiche nel rispetto del Codice sulla trasparenza dell’Efpia, in cui viene suggerito di “migliorare la trasparenza” a beneficio di tutto il sistema. Questo ci rende speranzosi che, prima o poi, l’ufficio stampa della fondazione di Cartabellotta risponderà alle nostre domande riguardanti gli scopi dei finanziamenti di AstraZeneca, Janssen e Pfizer e il loro importo.

Francesca Totolo

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