Roma, 21 ott – Per quanto possa apparire paradossale e sconcertante, l’Unione europea sta continuando a finanziare, come ha fatto in passato, l’istituto di virologia di Wuhan. Esatto, avete letto bene, proprio la città dove tutto ha avuto inizio, situata in quel Paese la cui trasparenza nella gestione e nella diffusione del covid-19 è stata molto più che opaca e che tantissime perplessità ha suscitato. A scoprire, e a chiedere chiarimenti su questi finanziamenti spesi nel complessivo programma Horizon 2020, è stata la Lega che in Parlamento europeo ha presentato una apposita interrogazione.
«L’Istituto di virologia di Wuhan, il più importante centro di virologia della Cina situato nell’epicentro dell’epidemia COVID-19, ha beneficiato anche di finanziamenti europei», sottolineano nella loro interrogazione gli euro-parlamentari leghisti Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega presso il Parlamento UE, e Marco Zanni, presidente del gruppo parlamentare di Identità e Democrazia, di cui fa appunto parte la Lega. «In particolare, nel 2015 e nel 2019 la Commissione europea ha elargito rispettivamente 73.375 e 87.438 euro in favore dell’istituto nell’ambito del programma di finanziamento per promuovere la ricerca Horizon 2020. Inoltre, un progetto per il controllo delle epidemie di virus, avviato 1 gennaio 2020, starebbe finanziando l’istituto con ulteriori 88.433,75 euro».
Il documento è molto puntuale e analitico nelle sue accuse. Si può infatti leggere «Il programma Horizon 2020 prevede che la Commissione europea controlli i partecipanti al progetto fino a due anni dopo il pagamento. Tale strategia sarebbe incentrata sul rischio e sulla prevenzione delle frodi – prosegue –. Su queste premesse, si chiede pertanto alla Commissione: 1. Se tale meccanismo di controllo e verifica sia stato effettivamente attivato e con quali esiti? 2. Se, alla luce del contributo e della mancanza di trasparenza da parte dell’istituto, ritiene necessario attivare dei più efficaci controlli nella fase successiva ai finanziamenti? 3. Considerati danni al nostro mercato interno derivanti dal commercio di medicinali contraffatti provenienti dalla Cina, indicati nella relazione 20142016 dell’Ufficio per la proprietà intellettuale dell’Ue, perché continua a finanziare questi programmi di ricerca?».
L’interrogazione è stata sottoscritta dagli euro-parlamentari della Lega Marco Campomenosi, Matteo Adinolfi, Alessandra Basso, Simona Baldassarre, Mara Bizzotto, Anna Bonfrisco, Paolo Borchia, Massimo Casanova. Susanna Ceccardi, Angelo Ciocca, Rosanna Conte. Francesca Donato, Marco Dreosto. Gianna Gancia. Valentino Grant, Danilo Oscar Lancini, Elena Lizzi, Alessandro Panza, Luisa Regimenti, Antonio Maria Rinaldi, Silvia Sardone, Vincenzo Sofo, Annalisa Tardino, Isabella Tovaglieri, Lucia Vuolo, Stefania Zambelli, Marco Zanni.
Cristina Gauri