Roma, 19 nov – Mentre Emma Marrone, reduce dalla lotta per โla legge DDL Zanโ, si domanda perchรฉ per fare un figlio in Italia – nellโanno del Signore 2022 – ci voglia ancora un uomo, il Tribunale di Roma con una pronuncia di qualche giorno fa ha accolto il ricorso di due donne avverso il decreto del 31 gennaio 2019 con cui il Ministero dellโInterno aveva imposto lโuso, nei documenti ufficiali, delle parole padre e madre per indicare le persone esercenti la potestร genitoriale sui minorenni.
Quei giudici che avallano le lobby del pensiero unico
Secondo la pronuncia del Tribunale capitolino, nel caso di specie โ trattasi di una bambina biologicamente figlia di una delle due donne e successivamente adottata dallโaltra-, ยซla falsa rappresentazione del ruolo parentale di una delle due genitrici, in evidente contrasto con la sua identitร sessuale e di genere, comporta conseguenze (almeno potenziali) rilevanti sia sul piano del rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione, sia sul piano della necessaria applicazione del diritto primario e derivato dellโUnione europeaยป.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a minori usati per battaglie di principio portate avanti, con lโavallo di certa magistratura, dalla lobby che non esiste.
Non รจ un caso che il ricorso sia stato sostenuto dalle associazioni Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno: per costoro il principio del superiore interesse del minore รจ ormai ridotto a grimaldello per scardinare posizioni che il legislatore ha, negli anni, sancito con decisione. Ricorderete che dalla legge sulle unioni civili di Monica Cirinnร del 2016 era stata stralciata la stepchild adoption.
Come รจ possibile, allora, che ci troviamo davanti a una bambina biologicamente figlia di una donna e adottata dalla di lei compagna?
Semplice: un giudice ha ritenuto che essere dichiarata figlia di due mamme โ che si traduce nel non avere un padre – fosse nel suo superiore interesse. ร evidente come in questi casi allโapplicazione del diritto si sostituisca lโideologia ed รจ attraverso simili decisioni che, quotidianamente, si scardina la famiglia naturale e si tenta di imporre la visione del mondo tanto cara a quelli che love is love.
Figli di un padre e di una madre
Ora, pare che il Tribunale di Roma, nel riconoscere la legittimitร della dicitura โgenitoreโ in luogo di โpadreโ, abbia ritenuto di dover ยซchiudere un ormai troppo lungo discorso su una questione la cui soluzione dovrebbe risultare di immediata percezioneยป. Ciรฒ che a noi continua a risultare di immediata percezione รจ che, per quanto i giudici si spingano verso decisioni creative e spesso in contrasto con la volontร del legislatore, nessun documento e nessuna sentenza potranno mai cancellare il fatto che questa bambina – ogni bambina – รจ figlia di una donna e di un uomo, ha una madre e un padre.
Provino a fare un bambino con due ovuli, se ci riescono. Oppure, si diano pace.
Dalila di Dio