Firenze, 28 ott – Una mattinata di grandi mobilitazioni quella appena trascorsa nel cuore della città di Firenze. Due tra le categorie maggiormente vessate dagli ultimi Dpcm, ovvero tassisti e ristoratori, hanno inscenato proteste scenografiche e pacifiche per evidenziare il proprio dissenso verso i provvedimenti del governo e chiedere maggiore sostegno per salvare i rispettivi settori da una crisi che si fa sempre più profonda. Si sono raggiunti momenti di grandissima solidarietà quando le due iniziative si sono sfiorate: i taxi hanno sfilato accanto alla piazza dove erano presenti i ristoratori, le auto sono state accolte da un forte e caloroso applauso, con gli autisti intenti a ricambiare suonando il clacson. “Ho avuto la pelle d’oca per l’emozione”, ci ha riferito un tassista poco dopo.
Un lungo serpentone di taxi
I tassisti fiorentini hanno attraversato tutta la città in un lungo serpentone di auto, una manifestazione trasversale, organizzata dalla base e non dalle tradizionali sigle sindacali. La partecipazione è stata altissima e in ogni strada coinvolta dal passaggio, grida di sostegno e scrosci di applausi sono piovuti dalle finestre. Emblematici i cartelli esposti fuori dalle vetture: “Un servizio pubblico dimenticato dalle istituzioni” e “Noi fermi, gli abusivi a lavoro”, sono solo alcune delle frasi che hanno accompagnato la protesta. Partiti dal Quartiere 4, i tassisti si sono riversati in centro arrivando fin dentro piazza della Signoria. Un colpo d’occhio dall’alto valore simbolico: il luogo più importante per la politica fiorentina si è riempito di lavoratori esausti per le condizioni in cui sono statti ridotti a portare avanti la propria attività. Per quanto riguarda le rivendicazioni avanzate abbiamo deciso di dare voce alla piazza, intervistando un esponente della categoria, Simone Andrei, Presidente del 4242.
Piazza del Duomo apparecchiata
La manifestazione dei ristoratori, organizzata da Confcommercio, si è tenuta in un altro luogo dall’altissimo valore simbolico: Piazza del Duomo, proprio sotto gli uffici della Regione, altro organo chiamato in causa dalle proteste. I lavoratori, oltre 500 tra titolari e dipendenti, hanno letteralmente apparecchiato la piazza con tovaglie, posate, piatti e bicchieri. Un modo per sottolineare la frustrazione per essere stati costretti a chiudere nonostante i sacrifici fatti per adeguare i locali alle norme anti-contagio, spesso più che cervellotiche, ma alle quali le imprese avevano adempiuto con grande abnegazione.
“Chiediamo di poter lavorare, altrimenti questo è un lockdown mascherato“, ha detto il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni, aprendo la manifestazione.
Ad entrambe le iniziative hanno partecipato numerose forze politiche, tra le quali numericamente spiccava la presenza di Fratelli d’Italia. Il capogruppo del partito in Regione Toscana, Francesco Torselli, ci ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla grave situazione di un settore che, oltre alla fondamentale importanza economica, rappresenta anche un patrimonio di socialità, tipicità e tradizioni che non deve essere sacrificato.
Saverio Di Giulio