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Foibe, la cugina di Norma Cossetto risponde all’Anpi: “Basta col mito del partigiano buono”

by Davide Di Stefano
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Norma Cossetto foibe partigiano

Roma, 10 feb – “Sono dei provocatori che dovrebbero solo provare vergogna”. Diana Cossetto non ci sta a subire l’ennesimo oltraggio nei confronti della sua procugina Norma Cossetto. In una toccante intervista realizzata da Antonio Rapisarda per Libero risponde duramente all’ennesimo affronto dell’Anpi, che a Lecce ha definito “presunta martire” Norma Cossetto, opponendosi all’intitolazione di una via per la giovane istriana barbaramente uccisa dai partigiani titini. “Non avendo più armi”, spiega Diana Cossetto parlando dell’Anpi, “pensano che occorra comunque sollevare provocazioni, ingiurie, instillare dubbi scandalosi”. Del resto non è la prima volta che una certa sinistra oltraggia la memoria della giovane martire istriana. 

L’abitudine al giustificazionismo e al negazionismo

La stessa Diana Cossetto spiega di essere abituata al giustificazionismo e al negazionismo nei confronti delle Foibe. Anche se fortunatamente qualche cosa negli ultimi anni sta cambiando. “Per noi non è niente di nuovo: è il campionario del negazionismo e del giustificazionismo. Noi i crimini li conosciamo bene, li conoscevamo già nel ristretto ambito degli esuli e delle nostre storie personali”, spiega nell’intervista concessa ad Antonio Rapisarda. “Adesso però le atrocità vengono portate sotto i riflettori con la Giornata di ricordo, con il film Red Land, con il fumetto Foiba Rossa, con il Magazzino 18 di Simone Cristicchi; adesso che questa vicenda inizia a diventare un patrimonio storico-culturale degli italiani probabilmente questo esercizio democratico crea nervosismo, fastidio, a chi fino a oggi ha creato il mito del partigiano comunista “eroe buono””. 

L’orgoglio di chiamarsi Cossetto

La storia di Norma Cossetto ancora oggi mette i brividi: una giovane ragazza innocente ripetutamente stuprata, torturata, infine linciata e gettata dentro una foiba dai partigiani di Tito. Per Diana Cossetto portare il suo nome è un peso ma anche un motivo di orgoglio: “Rappresenta una forte responsabilità. Perché sento, con i miei parenti, il dovere di parlare della storia di Norma, delle Foibe e degli esuli ai ragazzi e alle nuove generazioni. Portiamo con orgoglio questo cognome perché siamo orgogliosamente figli di due esuli istriani: un popolo fiero e laborioso che ha dovuto, da niente, ricominciare a vivere con dolore e sacrificio. Per tutto ciò siamo orgogliosi di chiamarci Cossetto”. 

L’oltraggio dell’Anpi e le parole di Mattarella

Per Diana Cossetto l’aver concesso all’Anpi la biblioteca del Senato alla vigilia del Giorno del Ricordo è un oltraggio: “Dare all’Anpi la possibilità di parlare al Senato delle foibe sappiamo benissimo che scopo ha: giustificare, ridurre il fenomeno. È ora di finirla. E’ stata una scelta inopportuna. Tra l’altro noi come comitato dei familiari delle vittime avevamo scritto una lettera di protesta. Che dire: si fanno dei passi avanti istituzionali per poi farne altrettanti indietro”. Tra i passi in avanti riconosciuti dalla stessa Cossetto ci sono le parole nette pronunciate da Mattarella sull’argomento: “Con questo gesto le istituzioni si sono dimostrate vicine, attente, sensibili alla tragedia che ha colpito la gente istriana,fiumana, dalmata e giuliana. Le sue parole mi hanno aperto il cuore, toccando tutti gli argomenti che noi da anni portiamo avanti nel silenzio e che via via, per fortuna, sono diventati patrimonio nazionale”. 

Davide Di Stefano

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3 comments

Jos 10 Febbraio 2020 - 12:28

…occorre mettere fuori legge gli “anpisti” e loro sostenitori…sono negazionisti della memoria dell’Italia, della sua grande storia millenaria..

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Micu G. 10 Febbraio 2020 - 1:26

Commenteranno in pochi,purtroppo queste belle,composte ed evocative parole di Diana Cossetto. Rischiamo di assecondare il cerchiobottismo politico e storico di quanti oggi parlano della tragedia-non dramma,che è un termine riduttivo- delle foibe e della cacciata di centinaia di migliaia di italiani dalle loro terre e dalle loro case.I politici anziani del cosiddetto arco costituzionale dovrebbero spiegare il loro silenzio di decenni. Quando nel parlamento italiano,dal 1946 in poi Augusto De Marsanich,Giorgio Almirante e tanti altri appartenenti all’unico partito che non tradì mai quelle popolazioni,denunciavano la tragedia degli infoibati e diffondevano il dolore degli esuli istriano/dalmati e fiumani,la cosiddetta Italia democratica taceva e si faceva interprete dell’ignavia e del tradimento.Dovevamo arrivare al 2004 perché quelle popolazioni ottenessero voce.Certamente le parole di oggi del Presidente della Repubblica suonano giuste,ma il suo partito di origine,con i suoi eredi e alleati di oggi ha enormi responsabilità per il silenzio di decenni. Grida vergogna l’onorificenza italiana concessa all’infoibatore Tito. E finché non sarà ritirata,la sincerità e l’onestà intellettuale delle massime istituzioni sarà in forte dubbio.

Micu G. dalla terra di ‘nduja

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Francesca 10 Febbraio 2020 - 6:30

Scusate scusate, ma che fine hanno fatto LE FEMMINISTE alle continue provocazioni dell’Anpi….siii, le FEMMINISTE SINISTROIDI che si stracciano le vesti ogni volta che viene toccata una donna: per caso l’hanno visto il film RED LAND ROSSO ISTRIA e di come i loro fratelli comunisti si sono “”””divertiti”””” sul corpo della povera Norma Cossetto?

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