Roma, 11 apr – La follia woke sta travolgendo il Regno Unito. Una settimana fa, a Grays nell’Essex, sei agenti di polizia hanno fatto irruzione in un pub, il White Hart, sequestrando 15 bambole golliwog esposte nel locale dai proprietari Benice e Chris Ryley. L’intervento della polizia arrivava dopo la segnalazione di un cliente che aveva denunciato un sospetto “crimine d’odio” perché tali bambole erano offensive e razziste. Per chiarire, le golliwog sono ispirate alla bambola-menestrello dal volto nero che la vignettista di favole per bambini Florence Kate Upton aveva da bambina negli Stati Uniti.
Il raid degli agenti è stata la conseguenza del rifiuto dei Ryley a rimuovere le bambole con la “faccia nera”. Nel 2018, dopo la denuncia del cliente, il Consiglio di Thurrock avviò un’indagine per verificare l’effettiva esistenza del reato di “crimine d’odio”. “Le bambole sono rimaste tutte in silenzio e nessuna di loro ha opposto resistenza all’arresto”, questo il commento di Benice Ryley dopo il sequestro.
La Ryley ha chiesto l’immediato dissequestro delle bambole: “È irreale, non abbiamo infranto alcuna legge e non ci sono elementi legali che dicono che non posso mostrarle. È solo idiozia”.
“Bambole razziste”: i Ryley sfidano la follia woke
Ieri, la proprietaria del pub ha sfidato le autorità e ha esposto altre cinque golliwog, rivelando che possiede una collezione di trenta bambole, alcune regalate dai suoi clienti. “Abbiamo bambole golliwog esposte all’interno sui nostri scaffali. Se ti senti offeso, per favore non entrare”, questo è il cartello attaccato dalla Ryley sulla porta del pub.
“L’intera faccenda è ridicola. Il politicamente corretto è fuori controllo. Non lascerò che le autorità mi intimidiscano e rimetto con orgoglio le altre mie bambole in mostra nel pub”, ha dichiarato la signora Benice al Daily Mail. Peraltro, la Ryley e altri clienti abituali del locale hanno evidenziato che la polizia raramente si muove in modo così efficiente quando è chiamata a investigare su “crimini reali”. A tal proposito, è necessario ricordare che le autorità britanniche scelsero di non indagare sulle violenze e gli omicidi commessi dalle cosiddette “grooming gang”, bande di pakistani, per non accendere tensioni sociali e così determinare una deriva razzista che avrebbe potuto portare l’intero Paese alla destabilizzazione. Le vittime erano tutte ragazze bianche.
Francesca Totolo