Dunque Gabrielli sostiene che la divisione delle curve sia stata dovuta ad un problema relativo alla capienza, in quanto ad ogni partita ci darebbero quasi 5.000 tifosi in più, un numero decisamente eccessivo e piuttosto irreale agli occhi di chi abitualmente frequenta lo stadio. Gabrielli è poi passato all’attacco delle società di Roma e Lazio. “Le società questa decisione l’hanno subita e, sia pure con atteggiamenti di collaborazione di tipo diverso, credo non ci abbiano dato una mano, perché quando noi abbiamo comunicato che avremmo diviso le curve e ristretto la capienza, ed è la cosa per la quale io onestamente mi sento di essere vicino al tifoso che magari ha comprato l’abbonamento, pensando di stare vicino a persone con le quali condividere la passione calcistica”.
Al di là dello spettacolo penoso delle lacrime di coccodrillo, è ingiusto scaricare sulle società le proprie decisioni. Decisioni che tra l’altro partono da un presupposto probabilmente falso che è quello del sovraffollamento straordinario dei settori. E’ il momento allora che Gabrielli la “butta in caciara” come si suol dire a Roma, ovvero inizia a parlare dell'”immoralità” nell’utilizzo degli agenti per il derby, scaricando ancora una volta le responsabilità sui club. ““Io intanto trovo un pò immorale che nel derby scorso lo Stato abbia dispiegato 1.700 uomini per garantire lo svolgimento di una partita di calcio, a fronte del fatto che, occupandomi di sicurezza dei municipi, sento la gente che si lamenta del fatto che non ci sia neanche una pattuglia dei carabinieri. Credo che per un Paese serio che ha a cuore la propria immagine, queste modalità debbano essere superate. E si superano principalmente con l’assunzione di responsabilità da parte dei club”.
Posto che per un grande evento che avviene due volte l’anno è normale che ci sia un grande dispiegamento di forze, ci mancava solo che dicesse “trovo immorale spendere soldi per andare a vedere ventidue miliardari in mutande correre appresso a una palla”, non si capisce bene cosa abbia a che fare questa valutazione con il pomo della discordia, ovvero la divisione della curva all’interno dello stadio. Le valutazioni indignate di Gabrielli riguardano solo quanto accade all’esterno. E allora visto che si va incontro ad un derby con uno spettacolo dimezzato, con i tifosi sul piede di guerra, con le società danneggiate, qual è la soluzione di Gabrielli?
Facile, più repressione e regole più dure. “Più si radicalizzerà il confronto e meno spazi ci saranno per trovare forme di una diversa gestione di queste questioni. Queste manifestazioni mi convincono ancora di più della necessità di regole un pò più dure. Se, invece, la gente ritornerà nelle curve, ritornerà allo stadio e dimostrerà nei comportamenti che la sicurezza e l’incolumità può essere garantita in altro modo. Io credo che nessuno sia così ottuso da non rivedere anche le proprie posizioni. Se invece di tratta di un braccio di ferro è chiaro che per loro sarà perdente. Ne va della credibilità dello Stato”. La credibilità dello Stato. Un concetto molto aleatorio, che sembra valere quando si parla di tifosi e in nessun altro caso.
Tullio Cianetti