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Giallo di Caronia, la denuncia della famiglia: “Buchi nelle ricerche”. Il corpo di Viviana visibile già il 4 agosto

by Ludovica Colli
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viviana

Caronia, 24 ago – Nuovi sviluppi sul caso Viviana Parisi, la donna scomparsa con il figlio Gioele Mondello di 4 anni il 3 agosto scorso e poi ritrovata morta 5 giorni dopo nelle campagne di Caronia, in provincia di Messina, dove il 19 sono stati rinvenuti anche i resti del piccolo, cercato per oltre due settimane. Ebbene, secondo il procuratore di Patti Angelo Cavallo, il corpo della donna era visibile già alle 10,15 circa del mattino del 4 agosto, il giorno dopo la scomparsa. Ossia ai piedi del traliccio da cui probabilmente si sarebbe gettata. E’ giallo quindi su come sia stato possibile che nessuno abbia notato il corpo ripreso dai droni dei vigili del fuoco, ritrovato soltanto l’8 agosto. “La donna era verosimilmente nella identica posizione in cui qualche giorno dopo veniva trovato”, spiega Cavallo in un documento da lui firmato.

Esposto della famiglia su omissioni e ritardi nei soccorsi

Al centro delle polemiche ora ci sono proprio le responsabilità sulla conduzione delle ricerche, di cui è competente la Prefettura di Messina. Infatti Cavallo ha sottoscritto la dichiarazione sul fatto che il corpo di Viviana fosse visibile nei fotogrammi dei droni subito dopo la presentazione da parte di uno dei legali della famiglia Mondello, Pietro Venuti, di un esposto per conto del padre di Gioele per denunciare omissioni e ritardi nei soccorsi. “Il materiale proveniente dai droni, che non faceva parte degli atti del procedimento – chiarisce Cavallo – è stato trasmesso al consulente dai vigili del fuoco il 18 e 19 agosto scorsi. Quanto al piccolo Gioele – si legge sempre nella nota della Procura – è attualmente in corso l’elaborazione, da parte del consulente, di migliaia di ulteriori fotogrammi (oltre 16.000) ripresi dai droni dei vigili del fuoco nei giorni delle ricerche. Al momento – viene sottolineato – non si evidenzia la presenza del corpo del piccolo Gioele vicino a quello della madre“. Fatto questo che escluderebbe che il corpo del piccolo sia stato rinvenuto a circa 300 metri in linea d’aria da quello della madre perché trascinato da animali selvatici.

“Vogliamo che si indaghi – spiegano dal canto loro i legali della famiglia Mondello – per capire se da parte di chi ha assistito all’incidente ci sono stati omissioni. Magari qualcuno poteva aiutare Viviana e non l’ha fatto, e anche se dopo qualcuno l’ha avvistata tra le campagne di Caronia e non è intervenuto per darle aiuto. Poi vogliamo comprendere perché sono stati persi tanti giorni nelle ricerche e se ci sono stati ritardi. E nel caso, da cosa sono dipesi e da chi”.

Forse per risolvere giallo ci vorrà “autopsia psicologica” sulla donna

Sul fronte delle indagini per la morte di Viviana e del piccolo Gioele, tra le ipotesi più accreditate c’è quella dell’omicidio-suicidio, date le condizioni psichiche della donna – soffriva di paranoia e deliri mistici – che a giugno aveva già tentato il suicidio che il 3 agosto era uscita con il figlio lasciando il cellulare a casa per poi, dopo un incidente sulla Messina-Palermo, sparire nella campagna di Caronia con il figlio in braccio, come riportato da testimoni oculari. A fare luce su quanto accaduto potrebbe essere una “autopsia psicologica“, sostiene la criminologa Flaminia Bolzan, intervistata dall’Agi. “Alla luce degli ultimi elementi”, spiega la Bolzan, “con la conferma del ritrovamento del corpo della donna a una distanza di circa 3 metri dal traliccio, in posizione rovesciata, una ‘precipitazione’ da lancio è un’ipotesi molto probabile. Da quanto si è saputo, le fratture sono numerose ed evidenti, e c’è anche l’assenza di lesività compatibile con arma da taglio o da fuoco. Pare inoltre che gli uomini della scientifica possano dare una spiegazione al perché della perdita della scarpa. Va comunque precisato che attendiamo i risultati ufficiali”. La procedura di cui parla la criminologa pertanto sarebbe utile per ricostruire lo stato mentale della donna, attraverso “un’analisi retrospettiva“, con interviste a parenti, amici e colleghi di lavoro, integrate con eventuali cartelle cliniche. E così si metterebbero a fuoco “i fattori di rischio pregressi”, che potrebbero aver portato alla tragedia finale.

“Omicidio-suicidio: patologia della personalità fattore di rischio più importante”

“Al momento non sappiamo se, a parte i due certificati di cui si è parlato, Viviana Parisi avesse ricevuto una diagnosi psichiatrica più precisa”, constata Bolzan in merito ai due documenti medici rinvenuti nel cruscotto della macchina abbandonata sull’autostrada dalla Parisi il 3 agosto. Tuttavia, una “patologia” grave della personalità è ritenuto “il fattore di rischio più importante nei casi di omicidio-suicidio in cui i protagonisti siano madre e figlio. Spesso si tratta di donne con aspetti depressivi importanti“, spiega l’esperta. Al termine della cosiddetta autopsia psicologica, sarà lo specialista forense a ricostruire le caratteristiche della vittima e a verificare “la compatibilità con altri profili classificati” simili per confermare se la donna abbia ucciso il figlio e poi si sia tolta la vita gettandosi dal traliccio.

Ludovica Colli

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1 commento

Sergio Pacillo 25 Agosto 2020 - 6:48

Dio ci renderà conto di ogni morte.
Non solo di quelle dei migranti nei naufragi e nelle loro traversate alla ricerca di un mondo migliore che non troveranno mai.

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