Roma, 17 nov – «Non di solo Covid-19 si muore in Italia e nel mondo». Le morti attribuite ufficialmente al coronavirus non sono dipese tutte dall’infezione. «A mio avviso, e credo non solo mio, le morti sono da accreditare a una scarsa tenuta del sistema ospedaliero». A dirlo non è qualche negazionista da corteo, ma uno dei più accreditati virologi a livello internazionale. Parliamo di Giulio Tarro, che in una lunga intervista rilasciata ieri a Ciociariaoggi ribalta completamente la narrazione filogovernativa del contagio andando a colpire nervi già scoperti da altri esperti come Bassetti e Zangrillo.
Milioni di positivi, pochissimi morti (in proporzione)
Anche Tarro parla di «fobia, provocata da politica e media, di aver contratto il Covid-19» che avrebbe creato una situazione ingestibile a livello delle strutture ospedaliere, letteralmente prese d’assalto in queste settimane. Inoltre, «La presunta “alta mortalità”» riscontrata in queste settimane «sarebbe dovuta non certo a un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati». Sì perché «i contagiati da Covid19 non sono quelli conteggiati, basandosi solo sui tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, fino a 10 milioni di contagiati da Covid19, solo in Italia». In questo momento, quindi, in Italia potrebbero esserci stastisticamente dieci milioni di positivi, di cui la stragrande maggioranza asintomatici e ignari di essere stati contagiati. E che stanno tutti benissimo, evidentemente. Questo dato darebbe chiaramente una lettura diversa delle cifre di morti e ospedalizzati.
2% di morti per Covid
Non solo: «In base ai primi dati dell’Istituto Superiore di Sanità di cartelle cliniche relative ad esami eseguiti su presunte vittime da Covid19, abbiamo che in 909 casi solo 19 sono da attribuirsi come causa diretta e reale al Sars-CoV2». Il 2% dei deceduti sul totale dei presunti. «È la nota questione del decesso con Covid e decesso per Covid. I numeri sono errati».
Lockdown: bocciato
Il virologo boccia anche il lockdown: «Credo che nel tentativo di bloccare qualcosa di non gestibile si sia fatto peggio. Le malattie infettive si sono, da sempre, combattute con l’isolamento dei “soli” soggetti infetti. Soggetti che vanno identificati, isolati e curati tempestivamente, il più delle volte a casa, evitando paure immotivate e lasciando lavorare gli ospedali». Nell’affrontare il Covid19 si sono isolate, invece milioni di persone «non isolando de facto i soggetti infetti». Se quanto fatto durante la prima ondata era errato, con la chiusura delle regioni «Nuovamente stiamo sbagliando. Il sistema di monitoraggio si è dimostrato molto poco efficiente e intensificarlo, come si sta facendo, ora che il virus dilaga serve a poco».
Protocolli eccessivi, misure errate
Poiché «Le abitazioni, gli ospedali ma soprattutto le Rsa si sono rilevate ambienti assai confortevoli per il virus», secondo Tarro «si è fatto il contrario di quello che andava realmente fatto. I protocolli? Eccessivi. Non ha senso fermare le attività commerciali. Si è sempre detto di mettere in atto la ricetta israeliana di fare circolare il virus tra i giovani e isolare anziani e malati». Da sostenitore della teoria dell’immunità di gregge – con soluzioni protettive per anziani e immunodepressi – l’esperto sostiene che «sia l’unica strada percorribile ora, così come all’inizio. Andava potenziato il sistema sanitario e sicuramente il monitoraggio doveva essere più efficiente».
Strali anche contro la mascherina all’aperto, giudicata completamente inutile: «La mascherina andrebbe usata solo quando non c’è la possibilità di osservare la distanza minima di un metro e se ci si trova con persone non conosciute. Altrimenti non va usata, specialmente in luoghi all’aperto» perché «non sono il massimo dell’igiene. Io starei attento nel loro uso, nel loro riuso e nel loro abuso».
Cristina Gauri
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