Milano, 26 apr. – Il Sindaco “partigiano” Giuseppe Sala si staglia quest’anno come il più indomito difensore dei valori della Resistenza. Forse pensando di essere nel 1947 e non 70 anni dopo ha incontrato prefetto, questore, Generali dell’Arma, organizzazioni partigiane per impedire la commemorazione al Campo Dieci del Cimitero Maggiore di Milano dove sono sepolti un migliaio di martiri fascisti (quasi tutti) trucidati dopo la fine della guerra. Ha denunciato che la “parata nera” (?!?) all’interno di Musocco quest’anno non ci sarebbe stata. Detto e fatto. Per impedire a qualche reduce della RSI e ai giovani di Casapound di portare un fiore, qualche bandiera tricolore e onorare i defunti al Campo X mancava solo la contraerea. Blindati, poliziotti in assetto antisommossa ecc.
Certo, la città ha qualche problema. Pochi giorni fa due militari in servizio davanti alla stazione Centrale sono stati circondati e quasi malmenati da un centinaio di immigrati che stazionano durante un controllo sui permessi di soggiorno. In pieno centro bivaccano di notte e di giorno senzatetto e diseredati di diverse etnie. Il Sindaco, a detta delle opposizioni in consiglio comunale, si distingue per il suo non fare. Nessuna iniziativa, nessun piano strategico insomma quel nulla di democristiana memoria che permette di sopravvivere anche nella Seconda Repubblica.
Del resto il curriculum del Nostro è interessante. Nato a Milano Beppe, come lo chiamo gli amici, si è laureato alla Bocconi, ha fatto carriera alla Pirelli poi è passato a Tim, Telecom e Nomura con ruoli di rilievo. Nel 2009 è stato chiamato dal Sindaco, Letizia Moratti, come direttore generale del Comune di Milano. Ma la svolta arriva nel 2013 quando il governo presieduto da Enrico Letta lo nomina commissario unico per EXPO. Il successo dell’Esposizione milanese lo rende un personaggio pubblico e nel 2015 annuncia la sua candidatura a sindaco. Non nel centrodestra come si poteva arguire vista la vicinanza con Forza Italia (Moratti), ma per il centrosinistra renziano. Questa scelta lo porta a vincere le elezioni con il 52% dei consensi.
Il problema è che mentre cresce il suo successo crescono anche le ombre sulla sua figura. Lo scandalo degli appalti aggiudicati illecitamente a EXPO nel 2015 porta all’arresto di praticamente tutti i suoi assistenti. I rumors danno spesso per imminente anche un suo arresto. Le cronache riferiscono degli allestimenti al Padiglione Zero di EXPO affidati all’architetto Michele De Lucchi, lo stesso che ha ristrutturato la casa del manager a Zoagli in provincia di Genova. Non mancano i guai politici. I Radicali protestano con qualche ragione per l’incandidabilità di Sala alla carica di Sindaco. Invano.
Continuano anche i fastidi giudiziari. Nell’aprile 2106 viene iscritto nel registro degli indagati per la mancanza di dichiarazioni di alcune proprietà in Svizzera. A fine anno si aggiunge l’iscrizione nel registro degli indagati sull’appalto denominato “Piastra dei Servizi” sempre legato ad EXPO. Per protestare la sua estraneità ai fatti si autosospende per qualche giorno dalle funzioni di Sindaco. Ma a fine anno è di nuovo incarica visto che l’inchiesta finisce nel nulla. Come sembra le altre. Il tutto con poche polemiche e poche critiche. Forse bisogna guardare nella sua vita privata per capire il segreto del suo successo: tre mogli ma curiosamente nessun figlio. E ora una nuova fidanzata, Chiara Bazoli. Un nome, una garanzia … di discrezione. Il padre è “padrone” di Intesa San Paolo e partner di Urbano Cairo nella conquista del Corriere.
Insomma Sala ha le spalle coperte e impermeabili agli scandali. Come la vacanza natalizia del gennaio scorso quando con la fidanzatina (classe 1970) che durante il viaggio in Oman si è regolarmente presentata in costume sulle bianche spiagge di quel paese dove vive la Sharia, la legge islamica che predica donne coperte. Piccolo scandalo per via delle foto pubblicate da Libero, che tuttavia non ha lasciato traccia.
Dunque il candidato che nulla fa ora ha scoperto l’antifascismo militante vietando la fantomatica “parata nera” del 25 aprile al cimitero. E il 20 maggio si replica, con la manifestazione “Milano senza muri”, a favore dell’accoglienza dei profughi. È lui il partigiano dell’anno per la gioia di resistenti vecchi e nuovi, per la gioia delle sinistre e centri sociali. Celebrato dai giornali. Basta essere antifa e duri un eternità…