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Ha violato le norme europee sui minori: stangata di 345 milioni di euro per Tik Tok

by Michele Iozzino
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Tik Tok

Roma, 15 sett – 345 milioni di euro, è questo l’ammontare della multa che la Data Protection Commission (Dpc), l’autorità irlandese che si occupa di privacy e regola questo campo per contro dell’Unione Europea, ha deciso di infliggere a Tik Tok per aver violato le norme sul trattamento dei dati dei minori.

Autorità della privacy irlandese contro Tik Tok

La decisione è arrivata dopo un’indagine che ha preso in considerazione il periodo di tempo che va dal 31 luglio 2020 al 31 dicembre dello stesso anno. L’autorità contesta al colosso social di proprietà dell’azienda cinese ByteDance di aver ripetutamente violato le norme previste dal GDPR, ovvero il regolamento sulla privacy dell’Unione Europea. In particolare, per quanto riguarda l’utilizzo della piattaforma da parte dei minori. Una delle criticità evidenziate dalla Data Protection Commissione è che gli account degli utenti tra i 13 e i 17 anni (chi ha meno di 13 anni non si può iscrivere alla piattaforma) venivano impostati automaticamente come pubblici, rendendo possibile a chiunque vederne o commentare i contenuti. Altro problema riguarda la funzione di “abbinamento familiare”, attraverso cui Tik Tok permetteva di collegare l’account di un genitore a quello del proprio figlio minorenne. Questo senza però – sostiene l’autorità – effettuare i necessari controlli per verificare che l’utente associato fosse a tutti gli effetti il genitore o un tutore.

La replica dell’azienda

La risposta di Tik Tok non si è fatta attendere, con un portavoce del social network che ha ricordato come la multa arrivi con un certo ritardo e soprattutto come alcune delle problematiche in oggetto sono state in parte risolte dall’azienda stessa: “Pur rispettando l’autorità della Dpc, non siamo d’accordo sulla decisione, in particolare sull’importo della sanzione. Le criticità sollevate dall’autorità irlandese si concentrano su alcune impostazioni e funzionalità presenti in app tre anni fa e che abbiamo modificato ben prima dell’avvio dell’indagine, come l’impostazione dei profili degli utenti sotto i 16 anni privati di default”.

Michele Iozzino

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