Roma, 8 apr – I dati raccolti dall’Istat parlano chiaro: nascono sempre meno italiani e aumenta sempre di più il numero degli stranieri, tutto questo mentre la popolazione residente in Italia fa registrare un ulteriore calo demografico. Per la prima volta dall’unità d’Italia le nascite si sono fermate sotto la soglia delle 400mila unità (393mila per la precisione), questo a causa della volontà, spontanea o indotta, di rinunciare ad avere figli da parte delle coppie, oltre al progressivo invecchiamento della popolazione femminile e il generale calo dimensionale. La crisi demografica investe in pieno l’Italia e l’Europa.
Crisi demografica: poche nascite e italiani sempre più vecchi
Il nostro paese, e l’Europa intera, sta attraversando una vera e propria crisi demografica di grossa portata. La popolazione residente in Italia ha registrato un ulteriore calo significativo, una riduzione pari a quasi 179mila persone in meno rispetto all’anno precedente che attesta le cifre complessive a circa 58 milioni e 851mila persone, cristallizzando quindi sempre di più la tendenza alla diminuzione. Un ulteriore indicatore che inquadra la situazione della penisola è dato da un veloce sguardo sui dati riguardanti l’aspettativa di vita: la speranza di vita alla nascita nel nostro Paese è di 82,6 anni ed è in crescita per gli uomini mentre è stabile per le donne, indicativo è il dato riguardante gli ultracentenari, i quali sono triplicati negli ultimi vent’anni, ad indicare che la popolazione invecchia sempre di più e non si protrae avanti.
Aumentano solo gli stranieri
L’unico dato in positivo riguarda il numero degli stranieri in Italia, il quale è sempre in aumento e si attesta intorno ad un +3,9% rispetto l’anno precedente, pari a quasi 20mila persone in più. La popolazione di cittadinanza straniera al primo gennaio 2023 è di 5 milioni e 50mila unità, e la tendenza ad incrementare è sempre in aumento. Crollo demografico e immigrazione sempre più massiccia: queste le due tendenze maggioritarie che stanno investendo l’Italia e l’Europa nell’ultimo periodo, ad indicare una vera e propria volontà di sostituzione di popolo in atto ai danni della civiltà europea.
Andrea Grieco
5 comments
Il punto di partenza, non paradossale, sul quale porre le basi per un blocco, se non un capovolgimento, è prendere atto in modo basilare che le condizioni generali di vivibilità son migliori per i foresti. E non da oggi. La questione è sempre la stessa, siamo rimasti ad una “teoria del valore” completamente sorpassata, con valutazioni circa la ricchezza e la povertà assolutamente deviate, folli (per non dir peggio).
sto valutando di emigrare in ungheria,
visto che è l’unico paese dove gli autoctoni europei
vengono tutelati:
qui VOGLIONO suicidarsi con tutte le loro forze….
sono amanti della morte,
e io sono ben vivo.
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