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Istat: al Sud 4 minori su 10 non hanno pc e tablet per seguire le lezioni

by Cristina Gauri
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Roma, 6 apr – Tra le tante disparità riscontrabili su tutto il territorio italiano e che tracciano inevitabilmente un solco tra il Nord e il Sud dello stivale, l’Istat rileva quella che riguarda le dotazioni tecnologiche disponibili nelle case degli italiane. Nel Mezzogiorno il 41% delle famiglie non possiede un computer, con Calabria e Sicilia in testa (rispettivamente 46% e 44,4%), mentre nelle altre zone del Paese si abbassa a circa il 30%. Una problematica che inizia a manifestarsi in tutta la sua gravità in tempo di distanziamento sociale e scuole chiuse per coronavirus. L’Istituto, nella ricerca Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi riporta anche come al Sud vi sia un maggior numero di famiglie con una quantità di computer insufficiente rispetto al numero di componenti. 

Una proporzione che nelle regioni del Nord aumenta sensibilmente. Si veda il caso di Trento, Bolzano e in Lombardia, dove oltre il 70% delle famiglie possiede un pc, e la quota supera il 70% anche nel Lazio. Nel Nord, inoltre, la quota di famiglie in cui ogni componente possiede un pc si attesta oltre il 26,3%. La percentuale maggiore di famiglie senza computer si registra nei comuni di piccole dimensioni (39,9% in quelli fino a 2mila abitanti), la minore è invece nelle aree metropolitane (28,5%).

Lo studio riporta anche la percentuale di persone che è costretta a vivere in condizioni di sovraffollamento abitativo. Questa condizione di disagio è più frequente per i minori, il 41,9% dei quali vive in abitazioni sovraffollate. Il disagio aumenta se, oltre al sovraffollamento, l’abitazione in cui si vive presenta anche criticità strutturali oppure non ha bagno e doccia con acqua corrente o ha problemi di luminosità. La condizione di grave deprivazione abitativa riguarda il 5% delle persone residenti e, ancora una volta, è più diffusa tra i giovani. Infatti il 7% dei minori vive in condizioni di disagio abitativo e il 7,9% dei 18-24enni. La quota, rileva l’Istat, scende al crescere dell’età fino ad arrivare all’1,8% fra le persone di 75 anni e più.

Cristina Gauri

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