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Knox e Bobbit, un taglio col passato: “Siamo amiche, abbiamo molto in comune”

by Ilaria Paoletti
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Amanda Knox e Lorena Bobbit

Washington, 13 nov – Chi avrebbe mai detto che essere protagoniste di truci fatti di sangue avrebbe un giorno permesso il cementarsi di belle amicizie? Parliamo di Amanda Knox e Lorena Bobbit.

Una nuova vita

La Knox ha oggi trentadue anni e, dopo le disavventure giudiziarie vissute in Italia a causa dell’omicidio della povera Meredith Kercher e dopo un acrimonioso documentario in cui rendeva uno zimbello la polizia e l’Italia tutta adesso cura la “posta del cuore” di un giornale a Seattle. La Bobbit, invece, è famosa per aver amputato parte del pene dell’allora marito, John Wayne Bobbit, nel 1993. L’uomo subì un intervento d’urgenza e lei sostenne di avero fatto dopo anni di abusi da parte del coniuge. All’epoca la Bobbit aveva ventitre anni, oggi ne ha quarantanove. Entrambe, però, sono state protagoniste del “gran galà” del crimine, ovvero il festival del crimine di Washington.

“Strumentalizzato il nostro dolore”

“Hanno strumentalizzato il nostro dolore: il nostro trauma è stato utilizzato da qualcuno per fare soldi” dichiarano entrambe, sostenendo di essere anch’esse vittime di una violenza, sebbene di altro genere. “Ma noi, a differenza di quello che potete pensare, non siamo certo i personaggi – e i mostri – che pensavate fossimo”. “La gente si aspetta che persone come noi striscino sotto una roccia per la vergogna. Stiamo dimostrando che non siamo i personaggi che pensavate” dichiarano la Knox e la Bobbit a Fox News. “Siamo amiche e abbiamo molte cose in comune. La nostra partecipazione al Festival del crimine è stata un momento storico per le donne offese e umiliate“: neanche una parola per i “veri” offesi e umiliati di queste due scabrose vicende di cronaca; Meredith e il marito della Bobbit. Quest’ultimo cercò di rifarsi una vita nel porno e subito dopo sparì dai radar. Ma proviamo oggi ad immaginare la storia a ruoli inversi per un attimo … Colpevole o meno, esasperata o meno, la Bobbit non girerebbe sorridente per “festival”.

“Siamo donne ci supportiamo”

“Grazie anche ai documentari, abbiamo sostanzialmente rivendicato le nostre storie. Adesso le persone conoscono la verità su ciò che è accaduto. È molto importante per noi trasmettere il messaggio giusto. Siamo degli esseri umani proprio come voi, proprio come la gente seduta davanti alla televisione. Siamo donne e ci supportiamo l’una con l’altra”.

E alla fine, il femmismo

Dovevamo aspettarcelo, insomma, che gira che ti rigira sarebbe uscito fuori il femminismo. Ma è sufficiente essere donne per fare fronte anche se i propri “delitti” o responsabilità sono diametralmente diversi? E se alle signore non sta bene l’attenzione dei media, perché ad anni di distanza, quando avrebbero facilmente potuto riguadagnare l’anonimato, si fanno ancora immortalare sorridenti tra uno stuolo di fotografi? Anche essere protagonisti di fatti di sangue regala i suoi quindici minuti di celebrità (per dirla con le parole di Andy Warhol). Ma al sedicesimo minuto è già cattivo gusto.

Ilaria Paoletti

 

 

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4 comments

jenablindata 13 Novembre 2019 - 4:36

“Grazie anche ai documentari, abbiamo sostanzialmente rivendicato le nostre storie. Adesso le persone conoscono la verità su ciò che è accaduto. È molto importante per noi trasmettere il messaggio giusto”
………..
come no…la VOSTRA, verità.

personalmente mi risulta che l’unico ad avere avuto danni permanenti dalla vicenda bobbit è stato il marito,
mentre le prove delle sue violenze erano quanto meno dubbie (era una coppia di quelle turbolente,e non era sempre il marito ad alzare le mani per primo)
e anche così poteva semplicemente andarsene,fino a prova contraria:
invece lo ha evirato,e l’ha fatta franca solo grazie al “pussy-pass”
che negli stati uterini d’america è sempre attivo.
e se la nostra polizia aveva incriminato la knox aveva dei buoni motivi…
se la gentile signorina non fosse stata cittadina americana (pussy-pass+cittadinanza americana…un paese che non ammette colpevolezza estera,nemmeno in casi come il cermis)
probabilmente adesso soggiornerebbe in una galera,
(in italia o in qualsiasi altro paese civile,cosa che l’america NON è)
invece che rilasciare interviste o scrivere libri.

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Cesare 14 Novembre 2019 - 12:49

Non si vergognano nemmeno un po’ le 2 amichette famose per fatti brutali accadute a persone innocenti

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Commodo 16 Novembre 2019 - 6:52

Assassini & brutalizzatori, maschi o femmine che siano, non si vergognano mai..!… Anzi! Sono gli ALTRI! Le VITTIME! che devono pentirsi! E che non hanno MAI sofferto ABBASTANZA! Basti per tutti, l’ esempio ITALIANO degli ASSASSINI & SEVIZIATORI PARTIGIANI! Personaggi analfabeti e dotati di una crudeltà ininmaginabile che percepiscono dallo STATO pensioni da AMMIRAGLIO! Come “premio” per le loro porcate & vigliaccate! Ed esiste pure l’ “associazione” (a delibquere! n.d.r.), l’ A.N.P.I. ! Mantenuta, naturalmente & LAUTAMENTE, con milioni di SOLDI PUBBLICI!

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Commodo 16 Novembre 2019 - 7:01

La Knox e la Bobbit, al confronto, sono povere “artigiane” DILETTANTI!

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