Roma, 28 giu – Potevano stare zitti quelli dell’Anpi in merito alla Sea Watch? Ovviamente no, che un bel tacer dei partigiani non fu mai scritto. Stavolta ci si è messa la sezione dell’isola d’Elba dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, che si è premurata di scrivere al primo cittadino di Portoferraio Angelo Zini, intimando di dichiarare subito il paese “porto aperto”, ché “accogliere non è un’opzione politica, subordinata alla ricerca miope di consenso elettorale. Accogliere è un dovere costituzionale“.

Il “debito” con il Senegal

Lo chiede “sulla base di una considerazione che riguarda la storia di tutta l’Isola: la liberazione del nostro territorio dall’occupazione nazista (settembre 1943-giugno 1944) è stata possibile solo grazie al sacrificio di centinaia di tiralleurs senegalesi che diedero la vita sulla spiaggia minata de La Foce, a Marina di Campo. Aprire il porto principale dell’Isola all’accoglienza della Sea Watch 3 sarebbe anche un modo per restituire una parte del debito che, tutti noi elbani, abbiamo con quegli uomini ai quali venne imposto un sacrificio enorme per la nostra libertà”. Quindi Elba avrebbe il dovere morale di accogliere gli africani a bordo della Sea Watch 3 perché 75 anni fa l’hanno liberata quando era occupata dai nazisti, con l’operazione Brassard.

Le solite omissioni storiche

Ovviamente i partigiani furbacchioni si sono “dimenticati” di omettere alcune verità storiche (non lo fanno mai del resto). Innanzitutto ci riferiamo a un verbale redatto dai carabinieri dell’epoca, riportato in un articolo apparso nel 2013 sul Secolo d’Italia. Si legge che gli occupanti senegalesi si abbandonarono a “ogni sorta di eccessi, violentando, rapinando, derubando, depredando paesi e case coloniche”. Oltre a questa testimonianza, ieri il quotidiano online QuinewsElba ha pubblicato la missiva di una lettrice che protestava per le dichiarazioni dell’Anpi riguardo l’operazione Brassard: “L’articolo dell’ Anpi necessita di alcune precisazioni importanti da parte di chi a quel tempo c’era e leggendo questo articolo rimane esterrefatta. Mia madre Anna Nannini, oggi di 89 anni mi chiede, dopo aver letto l’ articolo, di raccontare la realtà!”
Ed ecco il racconto nelle parole di Anna Nannini relative all’operazione messa in atto per liberare l’isola d’Elba dalle truppe tedesche, che riportiamo integralmente.

La testimonianza di Anna 

“Per uno sfizio dei francesi, che dopo l’ armistizio alla Germania volevano sembrare ancora potenti, diedero atto all’inutile operazione Brassard. L’ Elba era vicina alla liberazione, da parte degli alleati. Una mattina 16 giugno 1944 un soldato di colore, armato fino ai denti, venne a prendere mio padre e mio zio, che non vidi più per 4 giorni; un altro, urlando frasi per me incomprensibili strattonava e spingeva me mia madre e mia zia costringendoci a seguirlo.Ci portò davanti ad un tenente francese che parlava italiano il quale, vedendo ragazzine e giovani donne…forse impietosito…ci disse di nasconderci perché nei prossimi giorni sarebbe successo di tutto. Così facemmo e cercammo rifugio a casa di anziani parenti. Nei giorni seguenti i senegalesi e altre truppe assoldate dalla Francia, ebbero per 48 ore la libertà di fare ciò che volevano… Furono giorni di terrore…con uccisioni, stupri e ruberie… Qual è il debito dell’ Elba?”.
Forse per l’Anpi dovremmo anche ringraziare i magrebini per le marocchinate?

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

5 Commenti

  1. Oramai sembra evidente che l’ANPI è a favore della invasione dell’ Italia e della cancellazione di ogni identità nazionale.E’ il progetto dei banchieri occulti stranieri che si vogliono impossessare di cio’ che resta del paese e non vogliono cittadini consapevoli che si possano opporre.E l’ANPI gli dà una mano esaltando violentatori stranieri in terra d’Italia.E, ancora piu’ grave, omette di evidenziare come molti partigiani comunisti commisero dopo il 25 Aprile delitti atroci, anche su minori, quali stupro, torture, rapine e omicidi!!

  2. Partigiani anti Italiani? Senegalesi? Marocchini?… Tra vigliacchi stupratori e macellai di persone inermi e indifese ci si intende! Tutto regolare!!! Non dimenticano proprio nulla, sti porci! Anzi! Stanno alacremente lavorando perché quei “giorni radiosi” possano ripetersi e perpetuarsi! Per il negrume e, se ce ne avanza, anche per loro!

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