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Le lacrime di Fedez, un altro capitolo nel grande libro della dignità perduta

by Giorgio Nigra
1 commento

Roma, 13 mar – Essere un vero rapper in tre mosse: di fronte a una notizia inattesa 1) fumare compulsivamente la sigaretta elettronica; 2) chiamare la mamma; 3) piangere come un bambino. Lo scherzo a Fedez, orchestrato da J-Ax e messo in scena dalle Iene, scrive un nuovo capitolo nel grande libro della dignità perduta. La storia in breve: lo scherzo prevedeva un finto interessamento della questura alla vendita dei biglietti del tour dei due “comunisti col Rolex” (battezzati da oggi “comunisti col Kleenex”), con conseguente sequestro di 4000 biglietti a concerto. Praticamente, palazzetti semivuoti. Sul più bello arrivavano le Iene, con finti documenti in cui si dimostrava che la truffa era stata orchestrata dal manager dei due di concerto con Fedez, alle spalle di J-Ax.

https://www.youtube.com/watch?v=dSAVZhxNKMI

Il rapper è giunto alle soglie del crollo, per poi sciogliersi in un pianto a dirotto dopo lo svelamento dello scherzo. Prima, ci aveva mostrato telefonate isteriche alla mamma e svapate nervose da 12enne alla sua prima cotta. Una scenata isterica per una cosa che, non diciamo Lemmy Kilmister, ma anche solo Califano avrebbe liquidato con una scrollata di spalle e un bicchiere di whisky. Il tutto a un anno esatto di distanza (la notizia usciva il 13 marzo 2016) dall’altro simpatico caso che vedeva il rapper finire all’ospedale dopo una lite con un suo vicino provocata dal volume troppo alto dello stereo durante una festa nella sua casa. Insomma, un caso umano. La cosa non sarebbe neanche tanto grave, se il tizio non avesse provato a spacciarsi prima come una sorta di ideologo progressista e pro-grillino, e poi come un rapper se non gangsta, quanto meno duro, fico, “di strada”. Tentativo fallito miseramente, viene da dire. Non che le pose imbruttite dei vari Marracash, ancora non pescati con i lacrimoni, siano più credibili, intendiamoci. È tutto lo stesso teatrino. Quel che non si capisce è perché, nella logica della colonizzazione culturale, abbiamo dovuto importare di tutto ma non le faide a suon di fucilate tra rapper. Ancora un piccolo sforzo, compagni.

Giorgio Nigra

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1 commento

Luca 13 Marzo 2017 - 3:02

Purtroppo è proprio colpa dei compagni l’importazione inrida-frocia del rap. 50 cent o 2pac col cazzo che piangevano o facevano i progressisti mammoni. Più ak47 meno sigarette elettroniche

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