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Le università aprono le porte all’Islam: anche al Politecnico di Milano si pensa allo stop per il Ramadan

by Andrea Grieco
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Ramadan

Roma, 8 apr – Come ci si poteva ampiamente aspettare una volta concesso, il meccanismo della società inclusiva e del paradosso dell’ideologia dei Diritti dell’odierna democrazia egualitaria per il quale il desiderio di una minoranza prevale su tutto non si ferma. Dopo il caso della scuola di Pioltello e dell’Università per stranieri di Siena e Perugia, ora le richieste di chiusura delle strutture scolastiche e degli atenei per il Ramadan aumentano. Questa volta è stata l’Associazione degli studenti musulmani del Politecnico di Milano a chiedere di fermare la didattica per il 10 aprile nel giorno conclusivo della principale festività dell’Islam.

Gli studenti musulmani chiedono la chiusura per il Ramadan

“Sospendere le lezioni per le festività musulmane per noi rappresenta un atto di rispetto e inclusione che riconosce e valorizza la diversità culturale e religiosa” ha affermato l’associazione in una nota, “in ogni caso non andiamo a lezioni e le classi rimangono vuote dato che ormai la componente musulmana è veramente grande anche negli atenei” e, spiegano gli studenti, “ha il diritto di essere ascoltata”. Gli stessi hanno poi concluso che “promuovere la sospensione delle lezioni in queste occasioni non solo favorisce la coesione sociale, ma anche il rispetto reciproco e la comprensione interculturale, pilastri fondamentali di una società democratica e pluralista”.

L’Islam trova sempre più legittimità

Il mito dell’integrazione multirazziale, insieme agli appelli all’inclusione culturale, non sono altro che astratte chimere. Parallelamente ad un processo di normalizzazione, ad esempio, di aspetti culturali legati ad altre civiltà ne corre uno opposto di distruzione e criminalizzazione di tutto ciò che si ricollega alle radici storiche dei popoli europei. Dietro all’apparente multiculturalismo si trova il tentativo di una visione del mondo vitale e conquistatrice che brama di occupare dei nuovi spazi di legittimità nella debole Europa democratica. La casta della sinistra progressista che governa l’intero apparato culturale e d’istruzione non fa altro che ricoprire il proprio naturale ruolo nichilista di apripista a tale fenomeno.

Andrea Grieco 

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