Torino, 17 ott – Aveva accoltellato alla gola Stefano Leo la sera il 23 febbraio scorso, nei pressi dei Murazzi del Po, a Torino, e si era dileguato. Un assassinio apparentemente senza motivo quello compiuto da Said Mechaquat, 27 enne di origine marocchina, che il 31 marzo successivo aveva deciso di costituirsi dai carabinieri per confessare l’omicidio.
E dal suo gelido racconto, registrato in 139 minuti e oggi diffuso dal Corriere, emerge tutta la bestialità e la futilità del movente. “Piglio il coltello con la mano sinistra e lo colpisco al collo”, racconta con freddezza l’assassino. “Piglio il coltello con la mano sinistra, faccio un passo veloce vicino a lui, alzandomi tranquillamente dalla panchina, gli passo leggermente davanti e gli do il colpo al collo“, spiegando con dovizia di particolari la tecnica usata per uccidere Leo e le motivazioni del suo atroce gesto. Il marocchino voleva uccidere: “Se l’avessi colpito alla schiena non sarebbe stata la stessa cosa, perché magari buchi il polmone ma lui non muore“. Per essere sicuro di non lasciargli scampo, Said aggiunge: “ho guardato meglio se l’ho colpito bene“. Una volta certo del destino del giovane biellese cammina oltre: “poi niente, l’ho superato”. E conclude: “Poi si è accasciato a terra”.
“Volevo prendere a Torino un ragazzo, giovane quanto me, togliergli tutte le promesse dei figli che avrebbe voluto fare, toglierlo all’amore dei suoi genitori. Quello era il mio intento. E così è stato”. Questo quindi il movente messo a verbale: Said ha colpito il primo ragazzo sorridente che ha incontrato per rubargli il futuro, quello stesso futuro che il marocchino 27enne non si era riuscito a costruire e di cui incolpava la società in cui non era stato capace di integrarsi. Una irrefrenabile sete di vendetta sociale che ha avuto come unico risultato un delitto atroce. Chissà se i suoi avvocati avranno la faccia tosta di chiedere delle attenuanti il prossimo 18 novembre, data di inizio del processo.
Cristina Gauri
8 comments
Ma processo di che! Ha confessato, basta, impiccarlo e andasse all’inferno
Ce l’ avranno, i suoi avvocati, la FACCIA TOSTA… Ce l’ avranno…!….. Ma a me fa molta piu paura la FACCIA TOSTA (eventuale), dei giudici, quella, (certa!), dei prefetti, dei capi di tutte le POLIZIE che dovrebbero PROTEGGERCI! E incece si preoccupano soltanto di DISARMARCI! Di tutte le MERDE DI POTERE che consentono, anzi! IMPONGONO! Sbarchi, presenza e MANTENIMENTO di questo ESERCITO di SCARAFAGGI sul nostro TERRITORIO! A CASA NOSTRA!!!!!
Vorrei l’aggravante dell’odio razziale. In caso non venisse applicata, vorrei informazioni pubbliche, chiare e divulgate capillarmente sulle ragioni della disapplicazione.
Scommettiamo che non avrò niente di tutto questo?
prima o dopo capiterà pure,che a qualcuno saltano i nervi e comincia a fare il giustiziere della notte…
e sarà ben meritato,visto lo schifo che fanno queste bestie che si allargano certe della quasi totale impunità….
e lo schifo immondo che fanno le stesse istituzioni che dovrebbero reprimere ferocemente il crimine
e invece di fatto si rendono complici di questi roiti immondi,
trattandoli come persone di riguardo…
invece che feccia da sterminare e schiacciare completamente,fino alla radice.
[…] https://www.ilprimatonazionale.it//cronaca/lho-sgozzato-per-togliergli-il-futuro-la-confessione-del-maroc… […]
[…] si era costituito ai carabinieri 35 giorni dopo aver assassinato Il 33enne Leo. «L’ho ucciso perché era felice. Volevo colpire Torino con un omicidio che facesse scalpore», aveva spiegato agli investigatori. […]
[…] costituito ai carabinieri 35 giorni dopo aver assassinato Il 33enne Leo. «L’ho ucciso perché era felice. Volevo colpire Torino con un omicidio che facesse scalpore», aveva spiegato agli […]
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