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L’indice Rt è superato, lo boccia anche Lopalco: “Cavilloso e si basa su dati vecchi”

by Cristina Gauri
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Roma, 13 mag — L’indice Rt è superato, anche perché basato su dati in ritardo rispetto alla settimana in corso, e in questa fase dell’epidemia l’incidenza andrebbe calcolata solo sui casi sintomatici o meglio ancora sui ricoveri: lo pensa Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Sanità pugliese.

L’Rt è un parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. Rappresenta il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l’applicazione delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19. Legato alla situazione contingente, è principalmente influenzato dai sistemi di contenimento messi in campo per contenere il numero dei positivi.

Lopalco: “Rt è superato”

Lopalco, intervistato dal Messaggero, è per l’abolizione del parametro: «Penso che l’indice Rt sia uno strumento che arriva troppo tardi, su dati vecchi, utile per chi fa epidemiologia, per gli studiosi. Meno per interventi tempestivi. Soprattutto in questa fase dell’epidemia», spiega. In una fase in cui il Paese è proiettato verso le riaperture e in piena campagna vaccinale, per l’assessore non ha più alcun senso basarsi su di un meccanismo così cavilloso. Occorre semplificare.

Si pensi a un meccanismo più semplice

«Mi rende molto felice il fatto che finalmente si ricorra a un meccanismo più semplice. Quello in vigore ha troppi cavilli, a partire dai 14 giorni in cui resti bloccato in un colore prima di potere cambiare». Un cavillo mortale per l’economia. «Serviva un sistema assai più comprensibile e lineare e quello proposto mi sembra rispondere a questa esigenza. C’è solo una cosa che non mi convince», prosegue Lopalco.

«Giusto assegnare più importanza all’incidenza, ma dovremmo cambiare il modo di calcolarla. Oggi si ricorre semplicemente al dato che emerge da tutti i tamponi eseguiti. Ma in questa fase dell’epidemia, in cui sempre più persone sono state vaccinate e tra di loro ci sono le categorie maggiormente a rischio, questo dato potrebbe essere poco utile». Quando non addirittura fuorviante. «Sarebbe forse meglio calcolare l’incidenza solo sui casi sintomatici o addirittura sul numero dei ricoveri. In questo modo si riuscirà ad avere un quadro più realistico della situazione».

La terza ondata sta finendo

Accantonando il discorso dell’Rt, Lopalco si dice ottimista per quanto riguarda la terza ondata pandemica: «E’ passata, mi pare evidente ormai che si vada a fasi. Però sono ottimista, non sono tra coloro che si aspettano una quinta, una sesta ondata e via di questo passo’».

Cristina Gauri 

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