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Lo Stato “regala” 11 anni ai domiciliari all’orco del Forteto Fiesoli: “Motivi di salute”

by Cristina Gauri
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forteto fiesoli

Roma, 4 mar — La decisione del Tribunale di Venezia di scarcerare Rodolfo Fiesoli, fondatore della comunità degli orrori Forteto e condannato, con sentenza definitiva confermata dalla Corte di Cassazione, a oltre 14 anni di reclusione per abusi sessuali, violenze fisiche e psicologiche sui minori a lui affidati, ha suscitato una vasta eco e grande sconcerto tra le vittime, i loro parenti e i loro legali.

Forteto, Fiesoli ai domiciliari per motivi di salute

Fiesoli, 81 anni, stava scontando la sua pena nel carcere di Padova dal 2019. In teoria avrebbe dovuto restare recluso nella prigione di Padova fino al settembre 2034 ma trascorsi tre anni e tre mesi gli sono stati concessi gli arresti domiciliari perché, secondo il giudice di sorveglianza, «le sue condizioni di salute sono incompatibili con la detenzione in carcere».

Nella comunità Il Forteto di Vicchio del Mugello, in provincia di Firenze, dagli anni Ottanta al 2011 è andato in scena l’orrore: atti di libidine violenta e maltrattamenti nei confronti di minori, compresi disabili. Per questi reati Rodolfo Fiesoli, fu condannato già nel 1985, con sentenza passata in giudicato. Eppure il Tribunale dei Minori di Firenze continuò ad assegnare alla cooperativa i ragazzi tolti alle famiglie. Lunghi anni di squallidi abusi, anche su minori, nella «cooperativa modello» della sinistra toscana. Coperture, silenzi, omertà istituzionali fino alla condanna definitiva nel 2019. Ieri, l’ennesimo schiaffo alle vittime.

Le vittime chiedono risarcimenti

Molto dura la reazione dell’avvocato Giovanni Marchesi che difende cinque vittime, assieme agli avvocati Marco Noferi e Eleonora Selmi. «Faccio appello alla presidente del consiglio Giorgia Meloni e all’onorevole Giovanni Donzelli a fare ciò che i precedenti governi non hanno fatto: aiutate concretamente le vittime del Forteto». L’appello origina dalla considerazione di presunte mancanze e inadempienze di magistrati del tribunale per i minori di Firenze e di assistenti sociali fiorentini. Le vittime hanno chiesto, ciascuna, un risarcimento di un milione e duecentomila euro per gli abusi subiti e i danni, fisici e psicologici, patiti.

Altre vittime, ben dieci, per le quali la costituzione di parte civile nel processo penale è stata frenata dalla intervenuta prescrizione di alcuni capi di accusa, verosimilmente potrebbero rivolgersi alla giustizia civile, presso il tribunale civile di Genova. Ad oggi la sentenza penale che ha condannato Fiesoli ha portato al risarcimento di nove persone, tra donne e uomini, mentre altre sedici si sono rivolte agli organi di giustizia europei pretendendo un risarcimento dallo Stato italiano.

Una nuova violenza

La scarcerazione, avvenuta a brevissimo termine considerando che Fiesoli era entrato in carcere solo nel 2019, viene vissuta come una nuova violenza da parte delle vittime. «Siamo indignati per la scarcerazione di Rodolfo Fiesoli che continuerà a scontare la pena ai domiciliari in una struttura — afferma l’avvocato Marchese — ma ancor più per le condizioni in cui vivono le vittime. Tra loro c’è anche chi dorme in un garage oppure chi ha subito un danno psichico riconosciuto dalla Asl e per la prescrizione non ha ottenuto indennizzo. Lo Stato deve far fronte al disastro e il processo di Genova potrebbe fare da apripista».

Proprio da Genova sembra intravedersi uno spiraglio di luce, secondo quanto riferiscono i legali: il tribunale ligure ha infatti con propria ordinanza invitato Comune di Vicchio e Governo italiano a formulare e proporre una proposta di risarcimento nei confronti di due fratelli entro il prossimo 17 aprile. In caso contrario sarà il giudice stesso a provvedere, nominando un perito.

L’appello a Meloni e Donzelli 

Proprio l’aver evocato il governo, ha spinto i legali delle vittime a rivolgersi direttamente al premier Meloni. «La presidente Meloni e l’onorevole Donzelli sono sempre stati vicini alle vittime del Forteto, ma i passi che non hanno potuto compiere in passato perché erano all’opposizione, possono farli ora che sono al governo», commentano gli avvocati.

Ad echeggiare la richiesta anche il Presidente della Associazione Vittime del Forteto, Sergio Pietracito, il quale rileva: «Fiesoli ha creato dolore non solo a bambini e disabili affidati alla sua comunità per giovani disagiati ma anche alle famiglie. Il tribunale di Firenze nella sentenza del 2015 parlò di 1.000 persone» coinvolte in vario modo dalla vicenda del Forteto «e solo una parte di loro è riuscito a ricevere un risarcimento. Meloni e Donzelli agiscano in maniera coerente».

Cristina Gauri

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