Roma, 9 lug – “E’ appena arrivata sul mio tavolo la relazione del prefetto Gabrielli sul Comune di Roma. La mia non sarà una decisione preconfezionata o precostituita, ma formerò il mio convincimento in base a quanto scritto nel suo lavoro”. A parlare è il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, appena ricevuta la relazione di accesso agli atti del Campidoglio, un lavoro durato mesi e concluso solo pochi giorni fa. Alfano ha garantito che si riserverà di decidere prima dei tre mesi previsti dalla legge.
Molte le indiscrezioni sul fascicolo approdato al Viminale. Fra queste, che il prefetto non abbia richiesto esplicitamente lo scioglimento del comune. “Poiché tutto ciò è oggetto di carteggio coperto da riservatezza, non intendo aggiungere nulla a quello che anch’io ho letto sui giornali”, ha commentato Gabrielli, non sbottonandosi sulle voci circolate in queste ore. Sembra comunque che siano confermate le ipotesi che si arrivi almeno alla sostituzione di dirigenti apicali, con conseguente commissariamento delle strutture amministrative interessate. Principale indiziato è Liborio Iudicello, segretario generale già nella giunta Alemanno ma confermato da Ignazio Marino.
La questione più grande, per il momento, sembra però riguardare il municipio X, quello di Ostia. In alcune intercettazioni i due capibastone di Mafia Capitale, Buzzi e Carminati, gongolavano: “Tassone è nostro, è solo nostro, non c’è maggioranza e opposizione, è mio”. Tassone è Andrea Tassone, del Partito Democratico, già presidente dell’assise litoranea prima del commissariamento di aprile, quando fu sostituito dall’assessore Alfonso Sabella. Avvicendamento che non impedì a Tassone di finire agli arresti nella tornata di misure cautelari del mese scorso. Almeno nel caso di Ostia, non sembra che Gabrielli abbia dubbi: il municipio va sciolto per infiltrazioni mafiose.
Filippo Burla
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