Roma, 22 giu – Tanto sbraitare per nulla, fortunatamente. I ricorsi contro l’Italia sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte europea dei diritti umani. Presentati da alcune coppie omosessuali, i ricorsi in questione chiedevano di condannare il nostro Paese perché non consente di trascrivere all’anagrafe gli atti di nascita legalmente riconosciuti all’estero per bambini nati con la maternità surrogata. La sentenza della Corte europea dei diritti umani ha dato però ragione all’Italia. Analoga decisione presa per il ricorso presentato da una coppia eterosessuale, sarà dunque molto difficile per lor signori cianciare di “discriminazioni”.
Maternità surrogata, ecco la sentenza della Corte europea dei diritti umani
Ecco le motivazioni dei giudici. “Il desiderio delle coppie di veder riconosciuto un legame tra i bambini e i loro genitori intenzionali – fanno notare i magistrati di Strasburgo – non si è scontrato con un’impossibilità generale e assoluta, dal momento che avevano a disposizione l’opzione dell’adozione e non l’avevano utilizzata“.
Ricordiamo che intanto il governo italiano punta a dichiarare l’utero in affitto “reato universale”, dunque perseguibile anche se compiuto all’estero, con la proposta di legge a prima firma Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia. La Commissione Giustizia della Camera ha peraltro già approvato un emendamento al riguardo.
Alessandro Della Guglia
3 comments
È ora di finirla con questi traffici osceni, atti solo a placare l’egocentrismo di coppie di esaltati e frignoni. Bene il Governo!
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