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“I migranti sono clandestini”. E i paladini dell’accoglienza si scagliano contro un libro scolastico

by La Redazione
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Roma, 25 ott – “Molti stranieri vengono accolti in centri di assistenza per profughi e sono clandestini”. Una verità inconfutabile, perché di fatto molti cosiddetti migranti non hanno documenti, nessuno sa realmente da dove provengano, spesso forniscono anche dati anagrafici falsi. Eppure no, non si può dire. Pena la riprovazione mediatica e gli attacchi incrociati da parte dei soliti benpensanti. Agli studenti delle elementari dobbiamo raccontare tutt’altro, spiegare ad esempio (si veda il caso del sussidiario di storia adottato nella scuola elementare Ernesto Solvay in provincia di Livorno) che dobbiamo aprire le porte agli extracomunitari perché “sono ricchezza”, di più, sono “come i Fenici che costruivano hanno attivato i flussi migratori e hanno contribuito a costruire grandi e importanti città nel Mediterraneo”.

In quel caso nessuno ebbe da dire nulla, anzi, è lapalissiano che i migranti attuali siano come l’antico popolo mediorientale che scappava dalla fame e dalla guerra finendo nei centri di accoglienza. Non penserete per caso che i Fenici fossero colonizzatori dediti alla realizzazione di avamposti economici e militari? Quando però sul sussidiario si legge una verità scomoda per i pretoriani dell’accoglienza ecco allora che scoppia il caso mediatico. A tirarlo fuori è stata l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, arcinota per le sue posizioni particolarmente favorevoli all’immigrazione incondizionata. L’ex primo cittadino dell’isola siciliana ha protestato su Twitter: “Questo è quello che si racconta su un sussidiario di quinta elementare. Qualcuno deve rispondere”.

Con chi ce l’ha? Con l’incriminato sussidiario che racconta la verità. Ma ecco esattamente cosa c’è scritto sul testo per gli studenti che ha mandato su tutte le furie la paladina dei migranti: “È aumentata la presenza di stranieri, provenienti soprattutto dai paesi asiatici e dal Nord Africa. Molti vengono accolti in centri di assistenza per i profughi e sono clandestini, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge. Nelle nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie: non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose. Perciò la loro integrazione è difficile: per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti”.

A dirla tutta, l’autore avrebbe pure concluso il quadro, fino a quel punto impeccabile, con una forzatura: i residenti non manifestano intolleranza, hanno semplicemente ben chiaro che se non trovano lavoro gli italiani è un crimine pensare di regalarlo a un immigrato. E la risposta all’ex sindaco la forniamo volentieri noi: un migrante senza documenti che sbarca in Italia è un clandestino, esattamente come scrive il sussidiario. Se lo studi, le assicuriamo che è una lettura facile.

Eugenio Palazzini

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4 comments

Michele 25 Ottobre 2017 - 8:53

Per dirla tutta alcuni verranno accolti come rifugiati ed altri respinti. Quindi la frase è solo per metà vera (o falsa a metà). Ma come al solito le mezze misure non piacciono a nessuno. Poveri ragazzini, speriamo almeno imparino a scrivere razzismo con zeta e una esse.

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luigi 25 Ottobre 2017 - 10:51

non so da dove siate usciti immagino come i topi dalle fogne e come tali puzzate. fate schifo merde

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ANTERO 26 Ottobre 2017 - 9:08

e codesta “ricchezza” ogni tanto per non dire quotidianamente si concede l’innocente svago :
http://www.ilprimatonazionale.it//cronaca/ascoli-profughi-del-centro-accoglienza-stuprano-ragazzina-13-anni-74688/

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ANTONIO 26 Ottobre 2017 - 12:09

Sig. Tyni Smiths, premesso che la frase del sussidiario è letteralmente corretta, Le ricordo che lo status di profugo viene concesso solo al ricorrere di determinate condizioni giuridiche (guerre, persecuzioni politiche, ecc..). E’ un dato di fatto che molti immigrati (la maggioranza) si presentano nel nostro paese senza i documenti e, successivamente, vengono fatti soggiornare (a nostre spese) nei centri di accoglienza per profughi, pur non avendone diritto.

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