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Milano, violenze ed estorsioni: come funziona il racket delle occupazioni rosse

by Fabio Pasini
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occupazioni a Milano

Milano, 30 ott – E’ un sistema dai connotati mafiosi quello che emerge dalle indagini sul controllo delle case popolari occupate abusivamente da parte di gruppi dell’area “antagonista” a Milano.

Comitato Autonomo Abitanti Barona

Nel mirino degli inquirenti sono finiti così esponenti del Caab, Comitato Autonomo Abitanti Barona (zona alla periferia sud-ovest del capoluogo lombardo). Per cinque di loro mercoledì mattina è stata data applicazione all’ordinanza cautelare del divieto di dimora nel Comune di Milano. Nei confronti dei militanti pendono le accuse di estorsione aggravata e lesioni a danno di una donna incinta e di un uomo, entrambi di nazionalità marocchina ed ex appartenenti allo stesso comitato.

Secondo la ricostruzione dei fatti, avviata a seguito della denuncia delle vittime, poco più di un anno fa lo straniero, 43enne, era stato aggredito e selvaggiamente picchiato con un bastone dagli accusati, in quanto avrebbe deciso di abbandonare il Caab pretendendo la restituzione dei soldi da lui versati. La donna in stato interessante, che aveva tentato di opporsi al pestaggio, era stata a sua volta colpita senza scrupoli. Non contenti, gli antagonisti avrebbero continuato a perseguitare la “traditrice”, costringendola a lasciare il gruppo e l’alloggio che le era stato assegnato (abusivamente, da loro) dietro il versamento di 1.400 euro e in cui viveva con la famiglia.

Già, perché il collaudato sistema della congrega di ultrasinistra – stando agli inquirenti ma, ancora prima, a diverse testimonianze popolari – prevedeva l’iscrizione al comitato che garantiva l’assegnazione di una casa occupata dietro il pagamento di una somma compresa tra i 700 e i 1.500 euro. Non solo, però. Come obbligo derivante dal “contratto” con tale “agenzia immobiliare”, agli inquilini era richiesto di partecipare alla resistenza agli sgomberi e agli scontri con le forze dell’ordine che fossero intervenute per eseguirli. E per chi non stava ai patti o cambiava idea sull’adesione al simpatico sodalizio c’erano minacce, bastonate e l’espulsione dagli alloggi. Capito come funzionano in certi ambienti la lotta per il diritto alla casa e la solidarietà verso i più deboli (inclusi i vezzeggiati “migranti”)?

Fabio Pasini

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1 commento

Piero 31 Ottobre 2019 - 10:33

Taglieggiatori e reclutatori di mercenari…

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