Roma, 28 mag – E’ vero, la situazione in Emilia Romagna è migliorata in molte zone colpite dall’alluvione. Altre, per fortuna, sono state risparmiate dalla furia dell’acqua. Ma ci sono ancora vaste aree critiche, in cui gli interventi dei volontari sono necessari. Decine di case, in diversi quartieri di Forlì e Faenza sono ancora sommerse dal fango. Esattamente come nel Ravennate. La cittadina di Conselice si è trasformata in molti punti in una palude stagnante, dunque proseguono le operazioni di prosciugamento e ci vorranno almeno dieci giorni prima che l’acqua defluisca del tutto nel sottosuolo, attualmente completamente saturo. Insomma, l’emergenza non è affatto finita e spegnere i riflettori adesso sull’Emilia Romagna sarebbe un errore gravissimo.
Un rischio che si corre molto spesso in questi casi, quando con il passare dei giorni l’attenzione mediatica cala e di conseguenza quella di chi osserva, distrattamente, da lontano. Tuttavia, è straordinario l’esempio dei cittadini romagnoli impegnati, senza inutili polemiche, a salvare il salvabile dalle abitazioni devastate. Al contempo, volontari da tutta Italia continuano ad arrivare in Romagna, segno di encomiabile solidarietà e forza di volontà, cristallina perché priva di quel substrato di polemiche che attanaglia chi ama chiacchierare senza conoscere, senza agire, senza mettersi in gioco anche solo per qualche ora.
Emilia Romagna, l’emergenza non è finita. L’esempio dei volontari
“La forza di un popolo che si unisce”. Così i volontari di Sol.Id Onlus, attivi in Emilia Romagna fin dalle prime ore dell’alluvione, definiscono le attività dei volontari che continuano ad arrivare da tutta Italia nelle zone drammatiche colpite. Quelli che adesso non hanno tempo per polemizzare e neppure vogliono ritagliarselo, quel tempo, perché lo considerano sprecato. Sono in gran parte giovani, alcuni giovanissimi. E sono loro da prendere ad esempio, loro l’Italia migliore che non si arrende di fronte alla catastrofe, che resta in piedi, si rimbocca davvero le maniche e agisce. Perché qualcosa tutti noi possiamo fare, evitando parole al vento e scuse indecorose. Vediamo come.
Come aiutare i volontari di Sol.Id
Sol.Id Onlus, che con i propri volontari è intervenuta dalle prime giornate in Emilia Romagna, ha attivato in tutta Italia una raccolta di generi di prima necessità, in cui si richiedono: alimenti a lunga conservazione, coperte, giocattoli e vestiti in buono stato da uomo, donna e bambino. Ma anche guanti, stivali di gomma, impermeabili, scope. Sol.Id Onlus ha inoltre aperto una raccolta fondi per aiutare le zone alluvionate, chiedendo agli italiani di inviare il proprio contributo a: Sol.id. Onlus – IBAN IT-37-H-07601-03200-001016097071 (conto intestato a Ass. Vol. Sol.id. Onlus).
Per saperne di più rimandiamo alla pagina Facebook di Sol.Id Onlus
Leggi anche: Con i volontari di Sol.Id. in Romagna: qui c’è un popolo che non si arrende e si rialza (Foto)
Alessandro Della Guglia
1 commento
sono già andato per un giorno…
e tornerò ancora entro un altro paio,portandomi tutto il necessario per aiutare:
badili,carriola,scope
e molte casse di acqua in bottiglia.
ma soldi NO:
ho già visto troppe fregature con queste raccolte di fondi per emergenze varie,
che si allargano sfruttando il buon cuore della gente e poi
se va bene arriva un decimo dei soldi,alle persone che ne hanno bisogno:
99 volte su cento finiscono dritti nei bilanci delle banche
(che li utilizzano come garanzia per l’erogazione di prestiti ai terremotati\alluvionati ecc di turno:solo che i soldi che mandiamo sono a fondo PERDUTO,mentre quelli della banca DOPO li vuole indietro)
o del comune,che magari passa l’emergenza con i soldi dello stato…
e poi destina i soldi che avevamo donato (per i terremotati o gli alluvionati)
a qualche associazione o istituzione lgbt o extracom,come ho visto.